La Valletta - Scambio di battute al vetriolo fra Maroni e il suo omologo maltese. Tutta a causa del Pinar, il mercantile turco battente bandiera panamense che ieri ha raccolto nel Canale di Sicilia 154 migranti alla deriva su due barconi e un cadavere ed è ancora fermo a circa 45 miglia a Sud di Lampedusa. In acque di competenza maltese. Il ministro dell'Interno italiano ha accusato Malta di non onorare gli impegni presi, a livello internazionale, sull'immigrazione. Ed è scoppiata la polemica.
Malta: "Le critiche di Maroni? Inaccettabili" "Le dure
critiche sollevate dal ministro dell’Interno italiano Roberto Maroni
verso Malta sono inaccettabili". E' la risposta del collega maltese
Carmelo Mifsud Bonnici, il quale ha aggiunto che nonostante
capisca il problema dell’Italia sull’immigrazione clandestina, "lo
Stato maltese non può mai accettare immigrati che vengono
soccorsi in prossimità delle coste italiane". "Mifsud Bonnici ha aggiunto che "negli ultimi 45 anni l’Italia ha
rispettato l’accordo che prevede di portare gli immigrati soccorsi in
mare verso il porto più vicino. Adesso vedo che l’Italia tenta di
cambiare le regole è questo è inaccettabile".
Infine, il ministro dell’Interno maltese ritiene che "l’Italia non può
pretendere di risolvere il suo problema dell’immigrazione
clandestina scaricandolo su Malta".
Maroni: "Malta deve assumersi le sue responsabilità" "Ho chiesto e continuo a chiedere a Malta
di assumersi le responsabilità che ha deciso di prendersi con gli
accordi internazionali e che invece non si sta assumendo a danno
dell’Italia". È questo l’attacco che il ministro dell’interno, Roberto Maroni, ha rivolto dalla conferenza Panmediterranea sull’immigrazione
clandestina allo stato nel mediterraneo sottolineando di aver chiesto
all’Unione Europea di intervenire.
Secondo il ministro, infatti, in molti casi Malta scarica sull’Italia
l’intervento di soccorso alle carrette del mare con i clandestini a
bordo, anche se queste si trovano nelle acque di sua competenza. "Con Malta i rapporti non vanno tanto bene - dice Maroni - ho
interessato il commissario Barrot affinchè intervenga perchè
attualmente c’è un dispositivo che consente a Malta di scaricare
sull’Italia responsabilità sul soccorso che dovrebbero essere sue".
"Devono fare soccorso in mare" Le aree di intervento, prosegue il ministro, "sono ben definite ma
spesso chi deve intervenire non lo fa".
Ed è allora che l’Italia interviene anche quando non sarebbe di sua
competenza. "L’anno scorso lo abbiamo fatto 80 volte - conclude il
ministro - e lo facciamo perchè la vita umana va sempre salvata. Ma
ho posto la questione a livello europeo perchè chi si è impegnato a
fare soccorso in mare lo faccia davvero, altrimenti si cambino le
regole".
Appello Unhcr: "Fateli sbarcare" "Rivolgiamo un appello su base umanitaria alle autorità italiane e
maltesi affinchè consentano lo sbarco dei naufraghi a bordo della
nave Pinar". Lo dice ad Apcom Laura Boldrini, Portavoce dell’Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati a proposito dei 154 migranti sulla nave Pinar. "Sappiamo che la situazione a bordo sembra essere critica. E le
condizioni del mare stanno peggiorando. Come in passato - ricorda
Boldrini - queste situazioni, al di là degli aspetti legali legati alle
convenzioni sul diritto del mare, si sbloccano consentendo, prima lo
sbarco delle persone per permettere di fornire cure mediche e
assistenza alle persone soccorse".
Cir: "Soluzione immediata" Il Consiglio Italiano per i Rifugiati si appella
alle autorità italiane ed europee affinché venga "immediatamente"
trovata una soluzione al dramma dei 154 immigrati. "Queste persone non possono aspettare che tra il governo
italiano, il governo maltese e le istanze europee venga risolto il
contenzioso sulle rispettive responsabilità", scrive Savino Pezzotta,
presidente del CIR: "Il fatto è che la nave è ferma vicino a
Lampedusa e le persone a bordo hanno urgente bisogno di un
primo soccorso e di trovare un porto sicuro che, almeno
temporaneamente, le accolga". "Siamo consapevoli che l`Italia sta già facendo molto per il
salvataggio di vite umane nel Mediterraneo e siamo anche
d`accordo che l`unione Europea non può lasciare il nostro paese da
solo ad affrontare questa situazione. Ma in questo momento l`Italia
non deve tirarsi indietro".
Il Cir chiede alle istituzioni europee di instaurare un regolamento
che determini inequivocabilmente quale sia il "prossimo porto
sicuro" nelle situazioni di salvataggio in mare.
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