Navigli, una cascina occupata è il quartier generale dei pusher

È una cascina «invisibile» di via Segantini il cuore pulsante dell’illegalità che circonda la zona dei Navigli. Da 17 anni è occupata da oltre 40 fra rom, albanesi e nordafricani che si guadagnano da vivere grazie allo spaccio e alla prostituzione femminile. Protetti giorno e notte da una sentinella che fa da palo all’ingresso, stabilmente appostata in attesa di indirizzare i clienti o avvisare nell’eventualità di visite sgradite. Arrivando dalle vie circostanti la cascina è completamente nascosta alla vista dagli altri edifici, tanto che appena superate le piscine Argelati ci si trova di fronte senza nessun preavviso a quello scorcio di «Terzo mondo» nel centro di Milano. Estremamente pericoloso per un italiano entrare, anche se un residente è riuscito ad approfittare di un ingresso dal retro grazie a un ponticello sul laghetto che costeggia i giardini pubblici. E a fotografare le montagne di rifiuti presenti nel cortile, tra cui carrelli della spesa ed elettrodomestici, ammassati con il passare del tempo anche all’interno del corso d’acqua.
La zona è off-limits per le stesse forze dell’ordine. «Gli agenti ogni tanto intervengono - osserva una responsabile del comitato Ripa Ticinese -, ma anche loro hanno molta paura e quando non possono farne a meno arrivano in ranghi compatti composti da polizia e carabinieri. Ma subito dopo tutto torna come prima». Un vero paradosso, se si pensa che l’edificio è di proprietà comunale. «La cascina fa parte dell'ex Sieroterapico, la fabbrica di sieri e vaccini che occupava una grande area nella zona della Darsena - racconta una portavoce del comitato Navigli -. Da quando il Sieroterapico ha chiuso è rimasta abbandonata. E ora dovrebbe essere ristrutturata, per costruirvi degli appartamenti da affittare in edilizia convenzionata. Ma mi domando come ciò possa avvenire se prima non si riesce a sgomberare l’area».
Intanto le attività illegali dalla cascina si irradiano come metastasi in tutta la zona dei Navigli, stringendo in un assedio le vie dei ristoranti, dei locali, della musica e del divertimento. «È tutta un’area che sta degradandosi sempre di più, tanto che ormai la sera abbiamo paura a uscire - sottolineano i residenti -. Basta spostarsi in via Gola o in piazzale XXIV Maggio per trovare dei veri e propri covi dello spaccio. Mentre via Troilo, anche per colpa dell’illuminazione carente e dell’inaccessibilità per le auto da via Pavia, è sempre più considerata dai tossicodipendenti il posto ideale per bucarsi». Proprio dietro alla cascina sorge inoltre un asilo nido comunale frequentato da 60 bambini, le cui mamme sono terrorizzate. «Oltre la rete dell’asilo inizia la discarica a cielo aperto che circonda la cascina, infestata dai topi che una sera sono anche entrati all’interno delle aule - riferisce una di loro -.

E poi vediamo sempre gli abusivi che accendono falò, si affacciano, scavalcano la recinzione e arrivano fin dentro al parchetto. Se abbattessimo quella schifezza potremmo almeno costruire un parcheggio, di cui il nido è sprovvisto».

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