Aumentano stalking e violenze sulle donne. Meloni: "Non voltiamo la testa"

Preoccupano i dati su atti persecutori e maltrattamenti contro familiari e conviventi. Il capo dello Stato: "L'emergenza continua". Meloni: "Piaga sociale e culturale". Salvini: "Cresce l'incidenza degli stranieri"

Aumentano stalking e violenze sulle donne. Meloni: "Non voltiamo la testa"
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Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne arrivano i dati agghiaccianti del ministero dell'Interno: un'attenta analisi dei cosiddetti "reati spia" ha fatto emergere un aumento di stalking, maltrattamenti e violenze sessuali nei primi sei mesi del 2024. Non a caso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato un monito e ha invitato le istituzioni a incidere con maggiore forza per tentare di debellare una delle tante piaghe che macchia la società e che la rende sempre meno civile.

In aumento stalking e violenze sessuali sulle donne

Il rapporto "Il pregiudizio e la violenza contro le donne" del Viminale fornisce numeri tutt'altro che rassicuranti. Da gennaio si registra un aumento del 6% degli atti persecutori, il cosiddetto stalking, che colpisce le donne nel 74% dei casi. Per i maltrattamenti contro familiari e conviventi, che interessano le donne nell'81% dei casi, si assiste a un incremento del 15%. Salgono dell'8% le violenze sessuali, reato che nel 91% dei casi ha come vittime delle donne (di cui il 28% minorenni).

L'analisi sugli autori dei reati spia evidenzia come la maggior parte dei responsabili abbia un'età compresa tra 31 e 44 anni. Quanto alla cittadinanza, gli autori italiani superano il 70%. Analizzando le singole fattispecie criminose viene a galla che per gli atti persecutori gli stanieri - che sono circa il 9% della popolazione - sono autori del 18-19% del totale. Per i maltrattamenti contro familiari e conviventi si avvicinano al 30%; nel caso delle violenze sessuali invece gli stranieri hanno un'incidenza del 44-46%. Nel complesso si tratta in particolar modo di persone di cittadinanza romena, marocchina, albanese e tunisina.

Sul punto si è espresso il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, che ha fatto notare come la difesa delle ragazze debba avere un requisito di base: "Riconoscere l’inevitabile e crescente incidenza degli aggressori stranieri". Un "dato preoccupante" che non deve sminuire i casi italiani, ma che ancora una volta mette in luce le pericolose conseguenze "di un’immigrazione incontrollata, spesso proveniente da Paesi che non condividono i princìpi e i valori occidentali".

Il monito di Mattarella

La Convenzione di Istanbul è il primo strumento giuridicamente vincolante ad aver riconosciuto la violenza di genere come una violazione dei diritti umani. L'Italia l'ha ratificata nel 2013 e si è dotata di strumenti per tutelare le vittime di violenza di genere, ma la situazione desta ancora preoccupazione. Ecco perché il presidente Mattarella ha parlato di "numeri allarmanti" e si è appellato alle istituzioni: "Quanto fatto finora non è, tuttavia, sufficiente a salvaguardare le donne, anche giovanissime, che continuano a vedere i loro diritti violati. È un’emergenza che continua".

"Si tratta di madri, sorelle, figlie, persone con sogni e progetti che vedono violato il diritto di poter vivere una vita libera e dignitosa, donne che lottano per la propria indipendenza, per poter scegliere il proprio destino", ha aggiunto il capo dello Stato. Secondo cui bisogna continuare a promuovere una cultura che abbatta i pregiudizi e gli atteggiamenti discriminatori che ancora oggi indeboliscono le donne nella società, nel lavoro e nella famiglia. "Le istituzioni, le forze della società civile devono sostenere le donne nella denuncia di qualsiasi forma di sopruso, offrendo protezione e adeguato supporto. È un valore per l’intera società far sì che siano pienamente garantiti i diritti umani dell’universo femminile", ha concluso Mattarella.

Meloni: "Non ci voltiamo dall'altra parte"

Anche Giorgia Meloni ha rivolto un messaggio alle donne in occasione del 25 novembre, data che riporta alla mente i troppi drammatici casi di violenza e di femminicidi. Il presidente del Consiglio l'ha definita "una piaga sociale e culturale che non ci consente di voltare lo sguardo dall’altra parte, ma che ci spinge a riflettere e ad agire con ogni azione possibile volta a tutelare le vittime dall’abominio della violenza".

Meloni ha rivendicato l'operato del governo che - fin dal suo insediamento - ha messo in campo strumenti di contrasto, prevenzione e sicurezza. "Un lavoro che deve proseguire nella consapevolezza che il contributo di ciascuno di noi può fare la differenza. Lo dobbiamo fare nel nome di tutte coloro che oggi non sono più con noi: mamme, sorelle, figlie, amiche", ha scritto il capo dell'esecutivo sui social.

Ricordando che il 1522 è il numero a cui rivolgersi per denunciare e ricevere aiuto immediato in qualsiasi momento: "Ogni voce che si alza contro la violenza è un passo verso una società più sicura e libera dalla paura. Ricordate: non siete sole".

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