Migranti clandestini in Italia: il piano del governo contro i "finti turisti"

Passaporto e visto turistico per l'ingresso a Dubai, in Libia e in Tunisia e poi i barconi illegali per arrivare in Italia: così si rafforza la rotta migratoria dal Bangladesh

Migranti clandestini in Italia: il piano del governo contro i "finti turisti"
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Proseguono le manovre del governo per limitare gli ingressi di migranti irregolari in Italia. Il ministro dell'Interno ha partecipato negli ultimi giorni a un incontro con i suoi omologhi nel Mediterraneo. Dal vertice, che si è tenuto alle Canarie, sono emersi alcuni dati sui quali lavorare per il contrasto al fenomeno del traffico di uomini. Grazie agli accordi con i Paesi nordafricani il governo sta riuscendo a ridurre il flusso sulla rotta del Mediterraneo e, grazie alla sospensione di Schengen, sono in calo anche i numeri sulla rotta balcanica. Ma c'è un nuovo fenomeno che sta avanzando e che inizia a preoccupare l'esecutivo, ossia il flusso dell'est e, in particolare, dal Bangladesh.

Si assiste a un notevole incremento degli arrivi di immigrati da questo piccolo Paese del sud-est asiatico, che conta oltre 170milioni di abitanti e la più elevata densità demografica del pianeta, con oltre 1200 persone per chilometro quadrato. "Da quel Paese arrivano migranti economici che sfruttano visti turistici ottenuti verso alcuni Paesi di transito. Stiamo lavorando con questi ultimi per porre un freno a tali dinamiche", ha spiegato il ministro Piantedosi a il Messaggero. Il movimento dal Bangladesh verso l'Italia sfrutta la facilità di ottenimento dei permessi rilasciati verso alcuni Paesi nordafricani o mediorientali.

Nello specifico, come documentato da il Giornale un anno fa, dal Bangladesh si riesce a raggiungere facilmente la Libia: il visto d'ingresso è di facile ottenimento e sono numerosi i collegamenti aerei, diretti o con scalo nei Paesi della penisola arabica, in particolare a Dubai. Una volta raggiunta la Libia, alcuni proseguono nel loro viaggio verso la Tunisia, altri si fermano e da qui partono con i barconi in direzione dell'Italia. I documenti vengono spesso eliminati per evitare il facile riconoscimento e una volta arrivati in Italia inizia l'iter come asilanti. Ma, trattandosi di migranti economici, raramente ottengono la regolarizzazione in Italia e vengono raggiunti dai provvedimenti di espulsione, pressoché mai ottemperati.

Sono sempre più numerosi i barconi che partono dalla Libia e che hanno una composizione prevalentemente bengalese. Nell'ottica degli accordi che il governo italiano sta rafforzando con Libia e Tunisia in primis, che sono i due principali Paesi di transito, si stanno anche cercando soluzioni per aumentare i controlli sui visti di ingresso.

Aumentando i filtri sulle verifiche per chi entra in Libia e in Tunisia dai Paesi del sud-est asiatico, si riduce la platea di possibili migranti irregolari che finiscono nelle trame della criminalità organizzata e dei trafficanti. Un ulteriore tassello che contribuisce all'obiettivo di rallentare e, nel futuro fermare, le partenze dei barconi della morte attraverso il Mediterraneo.

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