Bricchette per barbecue con ceneri cancerogene, sequestri in tutta Italia

Sono 9 gli indagati, tra cui 6 italiani e 3 austriaci: per loro le accuse di attività finalizzata al traffico illecito di rifiuti e frode in commercio

Bricchette per barbecue con ceneri cancerogene, sequestri in tutta Italia
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I carabinieri del Comando per la tutela ambientale e la sicurezza energetica sono entrati in azione dalle prime ore della giornata di oggi, martedì 6 agosto, per colpire lo smercio di bricchette per il barbecue potenzialmente pericolose per la salute umana in quanto realizzate con ceneri contenenti sostanze tossiche e cancerogene quali idrocarburi e diossina. Invece di finire in discarica come rifiuti da smaltire, le ceneri decadenti da processi di piro-gassificazione venivano additivate con plastiche e leganti artificiali e quindi reimmesse illecitamente sul mercato come bricchette per barbecue, ovvero quelle utilizzate da migliaia di persone per fare le classiche grigliate all’aperto.

I militari hanno effettuato una serie di controlli in circa una cinquantina di punti vendita disseminati lungo tutto lo Stivale, prelevando numerosi sacchetti contenenti le bricchette incriminate e dando così esecuzione all'ordinanza di sequestro preventivo firmata dal giudice per le indagini preliminari di Trento su richiesta della Procura della Repubblica di Bolzano e Trento.

Le indagini delle forze dell'ordine risalgono al 2022, quando nel nostro Paese fu fermato un camion con targa croata che trasportava ceneri prodotte dalla combustione di legna e cippato verso due impianti di cogenerazione dell'Alto Adige, uno a Lasa e uno a Versciaco. Gli accertamenti rivelarono che non solo le ceneri tossiche non venivano trattate come rifiuti da smaltire bensì usate per produrre bricchette da barbecue in due distinti stabilimenti, uno in Croazia e l’altro in Serbia.

"La carbonella contenente elevate quantità di diossina e idrocarburi, sostanze altamente cancerogene, venivano prodotte in uno stabilimento della Croazia che lavorava le ceneri di un impianto di cogenerazione dell'Alto Adige", ha spiegato il tenente colonnello Enrico Risottino, comandante dei carabinieri del Noe di Trento. "Nell'impianto lavoravano persone in condizioni disumane, senza alcun tipo di protezione", ha aggiunto. "La commercializzazione, invece, veniva fata da due società italiane, da stamattina, stiamo verificando 50 punti vendita in tutta Italia per sequestrare la merce e ricostruire le quantità vendute", ha concluso.

Un'indagine complessa, al termine della quale gli inquirenti hanno notificato a 9 indagati, di cui 6 italiani e 3 austriaci, l'avviso di garanzia per "attività finalizzata al traffico illecito di rifiuti" e "frode in commercio". "Con il provvedimento è stato stroncato un commercio illecito e istallato ponte investigativo, tramite l'agenzia per la cooperazione giudiziaria Eurojust, con altri Paesi europei", ha dichiarato il procuratore capo di Trento Sandro Raimondi.

Le ceneri decadenti dai processi di piro-gassificazione di alcuni cogeneratori dell'Alto Adige, che contenevano idrocarburi e diossine, venivano trasferite in Serbia e Croazia per essere additivate con plastiche e leganti non naturali e produrre bricchette per barbecue, che venivano poi vendute in tutta Europa, Italia compresa, con false certificazioni.

Per quanto concerne il nostro Paese, i sacchetti incriminati venivano venduti al dettaglio nei punti vendita di due catene di negozi, una diffuso a livello nazionale e una operativo solo nel Lazio: entrambe sono state ritenute estranee alla vicenda nonché vittime anch'esse della frode.

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