"Incubo quotidiano". Agenti sventano l'evasione di massa, ma finiscono di fronte alla disciplinare

Conseguenze disciplinari per gli agenti che hanno sedato la rivolta di agosto nel carcere minorile Ferrante Aporti di Torino: "I detenuti erano armati di spranghe"

"Incubo quotidiano". Agenti sventano l'evasione di massa, ma finiscono di fronte alla disciplinare
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Gli agenti che hanno impedito l'evasione di massa dal carcere minorile Ferrante Aporti di Torino, stando a quanto riferisce il sindacato Osapp della Polizia Penitenziaria, sarebbero stati posti di fronte alla commissione disciplinare. "I fatti parlano chiaro: detenuti armati di spranghe hanno devastato l'istituto, appiccato incendi, distrutto uffici. Di fronte a loro, un gruppo esiguo di agenti, costretti a coprire più ruoli contemporaneamente, è riuscito a evitare una tragedia", si legge nella nota del sindacato Osapp. I fatti si sono svolti lo scorso 2 agosto, nei giorni caldi delle rivolte carcerarie nel nostro Paese. Sono stati distrutti gli arredi, devastate le celle, appiccanti incendi e, appunto, ci sono stati svariati tentativi di evasione in una rivolta cominciata attorno alle 20 che si è esaurita solamente alle prime ore del mattino del giorno successivo.

Quasi 12 ore di caos all'interno della struttura penitenziaria che sono per altro anche state riprese da uno smartphone introdotto irregolarmente all'interno, con il quale sono stati postati i video sui social. Sei agenti rimasero feriti e con loro anche dodici detenuti, quasi tutti per intossicazione generata dai fumi. Dalle immagini che circolavano sui social si evince come la maggior parte dei rivoltosi fosse di origine straniera, presumibilmente nordafricana. Alcuni video sono stati girati nell'ufficio del comandante della Penitenziaria della struttura, devastato dalla rivolta. Il quotidiano La Repubblica ha riferito che si trattava di una sommossa programmata da tempo, non estemporanea, realizzata in concomitanza con le ferie del comandante della Polizia Penitenziaria e, quel giorno, solo nove agenti erano in servizio.

"I nostri agenti vivono un incubo quotidiano in tutta la Nazione. Ogni loro azione viene messa sotto processo. Lavorano sapendo che un singolo passo falso può distruggere la loro carriera, mentre atti di coraggio vengono ignorati o, peggio, trasformati in colpe", ha dichiarato Leo Beneduci, segretario generale del sindacato Osapp. "Questo sistema perverso sta distruggendo il corpo di Polizia penitenziaria. Gli agenti, terrorizzati dalle conseguenze disciplinari, non possono più agire quando serve. La paura di ritorsioni paralizza chi dovrebbe invece poter intervenire con decisione", ha proseguito. Quella rivolta causò oltre 200mila euro di danni alla struttura minorile.

Il sindacato Osapp chiede ora "il ritiro immediato delle contestazioni disciplinari e la revisione radicale dell'organizzazione del lavoro oltre al riconoscimento formale del coraggio dei nostri agenti".

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