Tra i partecipanti non è passata inosservata la sua presenza, al fianco dei ragazzi e dei meno giovani che ieri, sabato 14 ottobre, sono scesi in piazza per ribadire il sostegno alla causa della Palestina. Quello di Milano era uno dei tanti cortei che in questi giorni, in seguito allo scoppio della guerra in Israele, hanno scelto di sfilare in Italia e a cui hanno preso parte anche sostenitori delle crudeli azioni di Hamas. Nella manifestazione che si è tenuta nel capoluogo lombardo ha timbrato l'adesione pure Francesco Giordano, un nome che di certo non è sfuggito ai più.
Fu componente della Brigata XXVIII marzo e tra i responsabili dell'omicidio ai danni di Walter Tobagi il 28 maggio del 1980. Fu condannato a 30 anni e otto mesi, in appello divenuti 21. Il giornalista e scrittore italiano venne ucciso con cinque colpi di pistola esplosi da un "commando" di terroristi di sinistra. La notizia della presenza di Francesco Giordano al corteo di Milano è stata riportata da Alberto Giannoni su il Giornale in edicola oggi in cui si dà conto, tra le altre cose, delle grida contro il presidente Giorgia Meloni e degli slogan deplorevoli all'indirizzo degli israeliani. Senza tralasciare il cartello con cui si invita a "non finanziare l'apartheid israeliana".
Quella di Giordano non è la prima esposizione in pubblico. In passato si è distinto per le contestazioni al passaggio della Brigata ebraica durante le manifestazioni per il 25 aprile, proprio in occasione della Festa della Liberazione. Nel corso degli anni hanno fatto assai discutere diverse sue uscite sui social che hanno alimentato la discussione politica nel nostro Paese e che hanno trovato spazio nella pagine dei quotidiani italiani.
Nel 2018 Massimiliano Bastoni, allora candidato milanese della Lega, denuncia di essere stato ritratto a testa in giù in una locandina con tanto di descrizione al veleno: "Una cacca schifosa". Nei commenti un utente consiglia a Giordano di raddrizzare la foto, ma la sua risposta choc fa il giro del web: "Potessi dargli fuoco lo farei". Gli attacchi toccano persino Emanuele Fiano del Partito democratico: "È un sionista, esponente di destra del Pd, partito razzista (Cie), guerrafondaio". Pure Roberto Cenati, presidente dell'Anpi provinciale di Milano, si becca l'etichetta di "sionista".
Schierarsi dalla parte della Palestina è legittimo, così come consentire manifestazioni pacifiche. La questione assume una fisionomia differente quando i cortei diventano violenti e si evocano minacce per la sicurezza.
Generalizzare è indubbiamente un esercizio errato, ma non si può negare che nelle piazze pro-Palestina di questi giorni vi sia pure chi si congratula con Hamas e pronuncia frasi irripetibili contro Israele. Chissà cosa pensa una certa sinistra, sempre pronta con il dito puntato a fornire lezioncine morali, della presenza di Francesco Giordano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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