I soldi, i social e il padre: cosa c'è dietro l'influencer killer

Il rischio dei padri-amici che tollerano gli errori dei figli

I soldi, i social e il padre: cosa c'è dietro l'influencer killer

Educare è difficile. Il mestiere del genitore lo è ancora di più. Non stacchi mai, devi cercare di essere sempre sul pezzo sapendo che, comunque, prima o poi sbaglierai. E nel tuo cuore devi fare pace con tutto questo, consapevole che, grazie a Dio, non sarai mai perfetto. I figli ci guardano. Imparano di più dai gesti, dalle azioni, che dalle parole. "'Onora il padre e la madre'. Per me, il problema dell'educazione dei giovani è tutto lì: impostato e risolto", scrive Giovannino Guareschi. Al che, sua moglie obietta: "Sarebbe comodo liquidare la faccenda così". E Giovannino: "No, Margherita, per niente comodo. Perché i primi a onorare il padre e la madre debbono essere il padre e la madre. Così come i primi a rispettare i vecchi debbono essere essere i vecchi. La vegliarda che si addobba, si pittura e scodinzola come una giovanetta e il vecchio bacucco che bamboleggia come un ragazzino mancano di rispetto alla vecchiaia e non possono poi pretendere che i giovani li rispettino. Il padre e la madre devono rendersi onorevoli, comportandosi, cioè, in modo tale d'aver diritto alla stima e al rispetto dei figli. E, per ottenere questo, bisogna anzitutto comportarsi nel modo opposto a quello consigliato dal sociologo: non rinunciare alle responsabilità e alla coscienza personale creando delle fasulle responsabilità e coscienze collettive. E comportarsi da genitore perché i figli non vogliono un padre-amico ma un padre-padre e una madre-madre. Ma è troppo faticoso e difficile insegnare ai figli l'onestà comportandosi onestamente. È più facile scrivere ai giornali e alla televisione scaricando l'onere dell'educazione dei figli sulla collettività, sullo Stato e sulle organizzazioni varie. Non esiste un problema dei figli, ma il problema dei genitori". Ecco inquadrato e analizzato il grande problema del tempo presente. Che è un problema più dei genitori che dei figli perché sono loro a indicare la via. E che si palesa nei fatti di Casal Palocco.

Paolo di Pietro è il padre di Matteo, il ragazzo che, dopo essersi schiantato con una Lamborghini che sfrecciava a tutta velocità, ha ammazzato un bambino di cinque anni: Manuel. In un video in rete si vede l'uomo partecipare a una challenge del figlio e, scrive Repubblica, "senza cinture, si mette al volante" di una Ferrari Portofino bianca da 250mila euro: "Bianca, cabriolet, en plein air, straordinaria". Anche lui spinge sull'acceleratore. "Non possiamo andare velocissimi perché siamo in città, ma già basta". Tra i suoi amici, Matteo mette anche il padre. Perché questo è per lui: un padre-amico. Che non ha le giuste distanze per educare. Il che non significa non avere passioni e interessi comuni da condividere, ma essere sullo stesso piano. Essere pari.

Lo stesso vale per il padre di Maria Sofia Federico - sex worker, come si dice oggi - che alla Zanzara ha detto: "Io in gioventù ho anche io usufruito di escort che erano di alto livello per passare una serata, però ritengo che Sofia abbia fatto una scelta non incline con la vita che potrebbe vivere tranquillamente. Io posso capire se lo fa una ragazza di diciotto anni perché ne ha bisogno e vuole soldi". Come dire: va bene se ti prostituisci, purché tu lo faccia unicamente per soldi. Perché vuoi vivere la bella vita. E ancora: "Ho visto qualche suo contenuto, ma mi sono fermato, sono pur sempre suo padre. Il p**no l’ho visto e mi è piaciuto, ma quando si tratta di mia figlia mi fa male. Spero che le persone che abbiano fatto dei video con mia figlia non l’abbiano plagiata, spero solo questo. Vedere però dei quarantenni con lei non mi piace, ha pur sempre 18 anni e 3 mesi". Apprezza lo stile di sua figlia mentre pratica del sesso orale. Guarda i suoi video. Ma poi dice: "Sono pur sempre suo padre". E afferma: "Partendo dal presupposto che la libertà è sacra, non è che non rispetto la sua decisione, ma non la condivido, non la comprendo, è differente. Io sono rispettoso di qualsiasi tipo di scelta liberale e libertaria". Eppure un padre ha il diritto (ma soprattutto il dovere) di non rispettare la decisione di un figlio quando è palesemente sbagliata - si tratti di droghe o di mettere il proprio corpo in vendita (perché poi questo è quello che fa Maria Sofia) - e deve avere il coraggio di dirlo, anche se questo dovesse provocare un conflitto. E proprio per il bene della figlia. E perché la libertà, che è fare il bene potendo fare il male, è sacra. È un diritto che deve essere prima guidato e poi esercitato. Ma come lo si può fare se è il padre stesso ad ammettere candidamente di aver usufruito di escort di livello e, dunque, se confessa che per lui le donne si possono comprare?

È dunque un problema di modelli, innanzitutto dentro casa. Se l'esempio è il padre-amico o il padre che guarda i porno della figlia, come possono crescere ragazzi sani e rispettosi di se stessi e degli altri? Se, per citare Guareschi, sono gli stessi padri e le stesse madri a non onorare se stessi come possono farlo i figli? Se la famiglia è in crisi anche il mondo fuori non è messo meglio. I modelli sono sempre gli stessi: la bellona, il palestrato, gli youtuber e gli influencer che campano sull'immagine di sé. Se davvero vogliamo uscirne, se davvero vogliamo dare una prospettiva ai giovani, allora dobbiamo essere modelli solidi. Dobbiamo onorare noi stessi.

Dire che certamente i soldi sono importanti, ma non si possono fare a tutti i costi. Non ci si può vendere per quattro spicci. Non si può mettere a rischio la nostra vita e quella degli altri per qualche clic in più. Ma richiede sforzi e fatica. E non so se siamo davvero disposti a invertire la rotta.

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