
Eid Al Fitr istituzionale a Torino, dove la comunità musulmana ha festeggiato la fine del Ramadan al Parco Dora con il sindaco Stefano Lo Russo, che è intervenuto anche dal palco. "Eid Mubarak! A tutte le torinesi e a tutti i torinesi di fede islamica, i miei migliori auguri in questa giornata di festa", ha scritto poi il sindaco dai social. Alla fine della preghiera centinaia di persone hanno inscenato un corteo per la Palestina portando bandieroni, è stato acceso qualche fumogeno, sono stati scanditi i soliti cori contro Israele e si sono registrate anche tensioni con le forze dell'ordine. Nel marasma, sono state bruciate anche le foto istituzionali del presidente Giorgia Meloni. A fuoco anche la foto di Ursula von der Leyen. A creare problemi di ordine pubblico sono sempre i soliti gruppi di violenti, che in questa occasione hanno sfruttato l'assembramento del Ramadan per creare disordini.
Il corteo, ovviamente, non era previsto e tanto meno autorizzato e la strumentalizzazione della manifestazione diventa tanto più problematica quando il sindaco della città presenzia all'evento. I gruppi di antagonisti, inclusi i ben noti centri sociali torinesi, hanno approfittato del fatto che ma manifestazione fosse aperta a tutti per intervenire e generare una situazione di difficile controllo. Poi, trovandosi lì. molti esponenti della comunità islamica torinese si sono uniti agli antagonisti, che organizzati di tutto punto con camion, bandiere e casse per l'amplificazione, hanno dato vita al corto. Non erano più di 600 stando alle stime ufficiali, quindi un numero piuttosto esiguo rispetto al bacino che solitamente si muove e rispetto al movimenro degi antagonisti torinesi. Ma si sa, con le belle giornate c'è di meglio che stare in città.
Al termine del corteo per la Palestina, un gruppo di antagonisti si è staccato e ha dato vita a una seconda manifestazione contro il Cpr cittadino da poco riaperto. La manifestazione è stata organizzata dagoli anarchici e dal centro sociale Gabrio. Mentre gli antagonisti si trovavano davanti alla struttura, hanno effettuato un lancio di palline da tennis dentro la struttura, costringendo gli agenti in tenuta antisommossa a schierarsi a tutela del Cpr, anche perché è stato effettuato anche un lancio di petardi. "I cpr si chiudono col fuoco, si chiudono una volta, si chiudono di nuovo", ha gridato uno dei manifestanti al microfono. "Gli antagonisti di professione, quelli che confondono la piazza con una zona franca dal rispetto, vanno isolati e condannati senza ambiguità. E bruciare simboli istituzionali è un gesto eversivo che non merita alcuna legittimazione. Non ci sono attenuanti né giustificazioni: chi compie simili atti non esprime un’opinione ma attacca la democrazia", ha dichiarato in una nota la senatrice di Fratelli d’Italia, Cinzia Pellegrino, membro della Commissione Diritti Umani al Senato. Il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, Galeazzo Bignami, in una nota ha sottolineato che "purtroppo siamo costretti a condannare le ennesime intimidazioni verso Giorgia Meloni, le cui immagini vengono di nuovo date alle fiamme e distrutte. Questo stavolta è accaduto a Torino nel corso del corteo che ha seguito i festeggiamenti per la fine del Ramadan a cui ha partecipato lo stesso sindaco torinese Lo Russo, il quale poco prima si era avventurato in dichiarazioni rivolte alla tolleranza, all'inclusività e all'integrazione".
Mara Carfagna, segretario di Noi Moderati, in una nota ha sottolineato che è "giusto accogliere chi fugge da guerre, fame e persecuzioni ma accoglienza significa anche responsabilità. Chi arriva in Italia deve rispettare le nostre leggi e le norme della convivenza civile, deve conformarsi ai nostri valori, anche se sono diversi dai suoi.
Quanto accaduto ieri a Torino e in altre città per la fine del Ramadan dimostra che, troppo spesso, non è così, perché c’è chi rifiuta queste regole, chi si sente al di sopra della legge". Ma, "non possiamo più permetterci di tollerare nelle nostre città enclavi di immigrati all'interno delle quali vigono consuetudini che sono contrarie alle nostre leggi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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