I punti chiave
Alle prime ore di questa mattina, gli agenti di polizia del commissariato di Torino hanno eseguito una serie di perquisizioni in alcune abitazioni di militanti di estrema destra e nel circolo l'Asso di Bastoni, sede torinese di CasaPound. L'azione delle forze dell'ordine è scaturita dall'episodio avvenuto nella tarda serata di sabato, quando il giornalista de La Stampa Andrea Joly, che stava documentando con il telefonino un raduno di giovani dell'estrema destra, è stato aggredito e picchiato da un gruppo di loro. Il momento della colluttazione è stato ripreso in un video dall'alto, pubblicato sui social del quotidiano torinese, in cui si vede il giornalista che viene circondato, per poi cadere a terra preso a calci e pugni. Sono quattro le persone individuate dai poliziotti e denunciate per lesioni e violenza privata. A quanto si apprende nel corso delle perquisizioni nelle abitazioni sarebbero stati trovati e sequestrati gli abiti usati la sera dell'aggressione.
La replica di CasaPound
"Le perquisizioni di questa mattina nei confronti dei nostri militanti e della sede torinese dell'Asso di Bastoni, con esito negativo, sono semplicemente uno spreco di soldi pubblici. Siamo al fianco degli indagati e siamo pronti a difenderci in tutte le sedi dove dimostreremo la nostra versione dei fatti", ha commentato in una nota CasaPound."Non sappiamo nemmeno se esista un referto e di quanti giorni di prognosi stiamo parlando, ma considerato che già il giorno dopo la vicenda il giornalista ha ripreso a lavorare e a rilasciare interviste in ogni dove, è piuttosto evidente che un litigio nato da una provocazione sia stato ingigantito e strumentalizzato", ha spiegato il movimento politico. "Se Andrea Joly non è solo in cerca di visibilità ma voleva davvero documentare l'evento di CasaPound a Torino, perchè non risponde al nostro invito alla festa nazionale che si terrà a Grosseto a settembre? Da parte nostra c'è tutta la volontà e la maturità di gettare acqua sul fuoco e di evitare un clima di tensione e odio che evidentemente a una parte politica invece fa comodo", hanno poi aggiunto.
In maniera provocatoria la nota di CasaPound prosegue: "Non ci faremo intimidire da azioni repressive e continueremo a difendere con fermezza le nostre idee e la nostra libertà di espressione. Chissà se i nostri militanti saranno contesi dai partiti per essere candidati in Parlamento come avvenuto per Ilaria Salis, o il presupposto sia partecipare ad azioni di terrorismo e aggressioni vigliacche armate di martelli, cosa ben diversa di un battibecco che ha causato due ginocchia sbucciate".
La ricostruzione dei fatti
Nel filmato girato dallo stesso Joly si vede che a un certo punto alcuni militanti di CasaPound lo accerchiano prima che esplode il parapiglia. Il gionalista cade a terra ed è colpito da calci e pugni, tanto da dover ricorrere alle cure in ospedale. Al cronista è giunta la solidarietà di tutti gli schieramenti politici e del premier Giorgia Meloni. Sull'episodio si sono registrate al momento due versioni diverse su cui la polizia dovrà fare chiarezza.
Joly ha raccontato di aver subito un agguato solo perché non era uno di loro e di essere stato malmenato senza motivo, mentre gli attivisti di CasaPound si sono giustificati dicendo che sarebbe stato il giornalista, per primo, a spintonare gli attivisti che gli avevano solamente chiesto chi fosse e perché stava scattando le foto anche a bambini del gruppo. Poi, secondo la loro versione, sarebbe scappato via inciampando e cadendo rovinosamente a terra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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