I pini di Villa Pamphilj difesi con gli abbracci dei neomondisti

Il comune di Roma vorrebbe eliminarli, ma i residenti della zona sono disposti a legarsi ai tronchi pur di salvarli

I pini di Villa Pamphilj difesi con gli abbracci dei neomondisti
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C’è molta "Italia", nel bene e nel male, nel tormentone dei "Pini di villa Pamphilj" che, a dire il vero, sembra proprio il titolo di una telenovela. Da una parte il Comune di Roma che li vuole eliminare («Vanno abbattuti perché sono malati...»); dall’altra i residenti della zona «alberata» disposti a legarsi ai tronchi pur di salvare le loro frondose creature verdi («Macché “malati“, stanno benissimo...la verità è che li vogliono segare solo per biechi interessi speculativi...»). Fatto sta che a quei pini secolari i più romantici hanno appioppato perfino un nome proprio di persona in quanto considerati «non semplici piante, ma oggetti di culto titolari ognuno di una sua individualità».

Per tutelate la loro «dignità di esistere» periodicamente scendono in stata decina di famiglie ogni volta che le voci di abbattimento vegetale tornano a circolare. Una battaglia a colpi di petizioni cartacee e on line che trova nel gruppo dei «neomondisti» (qualsiasi cosa voglia significare questo termine...) i frontmen della protesta verde: gente - dalle «radici» sociali più variegate - che si professa interprete di un «nuovo culto libertario e naturalistico». Dal 2021 si riuniscono proprio nella grande villa della Capitale «per svolgere cerimonie di connessione con la natura», che comportano anche suggestivi rituali come «abbracciare le piante e riunirsi in cerchio attorno ad esse stringendosi reciprocamente le mani».
La singolare forma di lotta nasce dalla decisione del Campidoglio di abbattere 16 di queste piante, «irrimediabilmente ammalorate» (l’aggettivo «ammalorate» è un evidente tributo alla burocrazia municipale). Peccato che i neomondisti - forti della perizia di un dottore forestale di loro fiducia - sostengano al contrario che gli «alberi sono sani, e solo due potrebbero necessitare di abbattimento».

«I 120 alberi della pineta sono sotto un controllo costante da parte del dipartimento Ambiente, fin dal 2022 - ha spiegato a La Repubblica l’assessora capitolina all’Ambiente, Sabrina Alfonsi -. Nel 2023 una relazione tecnica agronomica aveva previsto l’abbattimento di 51 esemplari, di cui tre già effettuati. Per gli esemplari malati sono stati eseguiti interventi di cura. Si e così deciso di soprassedere all’abbattimento di 32 esemplari e di disporre nuove verifiche per accertarne le condizioni, con l’obiettivo di evitarne o rimandarne l’abbattimento». Ma c’è anche una buona notizia: ai 16 abbattimenti da parte del Servizio Giardini seguirà la piantumazione di ben 97 giovani pini, oltre ai 95 lecci che saranno piantati tra i filari e nella zona del cosiddetto «campo di cricket».

Sempre che i neomondisti lascino giocare a cricket gli appassionati di questo sport che, come noto, utilizza una palla particolarmente dura a base di sughero portoghese, spago e un centro in gomma: roba da abbattere con un colpo fuori misura perfino il ramo di un pino. Scatenando anche in questo caso l’indignazione dei neomondisti?

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