
Un fiume di lava, quella dell’Etna, iniziato con l’eruzione dell’8 febbraio scorso, ma il problema per la protezione civile non è il vulcano, è il fiume di gente, un migliaio di persone tra escursionisti o semplici curiosi, tanto da intasare tutto, da non riuscire neppure a soccorrere chi è stato colpito da un attacco di panico. Comunicano le autorità “un afflusso costante dalla strada provinciale 92 e dalla strada Milia di un migliaio di persone, posteggio selvaggio ai margini delle strette strade, blocco della circolazione a piano Vetore e impossibilità di passaggio dei mezzi di soccorso”. Persone senza equipaggiamenti adeguati, il corpo forestale che fa di tutto per soccorrere gli infortunati, avvisi di non percorrere le strade intasate, ma questi chi li ferma, neppure l’esercito.
Anche qui, come a Roccaraso a fine gennaio (per l’ormai celebre invasione dei turisti low cost), le immagini sembrano prese da un film catastrofico di Roland Emmerich, un’apocalisse zombi sotto il vulcano dove gli zombi sono le persone stesse (mi ricorda il titolo di un libro di quel genio che era Alberto Arbasino, Paesaggi italiani con zombi), alle quali non passa neppure per il cervello il pensiero di andarsene, capendo la situazione, l’emergenza, le difficoltà, no, loro vogliono vedere lo spettacolo, io penso
neppure per essere lì, ma per postare il loro video su Instagram. Un evento come quello di Pompei di duemila anni fa, si verificasse oggi, farebbe ritrovare agli archeologi migliaia di calchi umani con lo smartphone in mano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.