“Lesbofobi d’Italia”, così le Lesbiche d’Europa contro il governo Meloni

Il movimento ha creato l’#ProtectLesbianFamilies. La premier: “Gli uteri non si affittano, figli non sono prodotti da banco"

“Lesbofobi d’Italia”, così le Lesbiche d’Europa contro il governo Meloni
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Dopo le diverse polemiche nei confronti del governo sul tema della maternità surrogata, anche le Lesbiche d’Europa hanno attaccato la premier Meloni definendo il partito di governo “Lesbofobi d’Italia” e organizzando una protesta a Parigi, Lisbona, Marsiglia e a Bruxelles attraverso un sit-in davanti alle quattro Ambasciate d’Italia. Ecco cosa è successo.

La lettera del movimento

All’interno di una lunga lettera accusatoria nei confronti della premier da parte del movimento si legge: “Ti scriviamo perché tu e il tuo governo avete usato la maternità come elemento fondante della campagna politica. Avete messo la protezione della famiglia al centro delle vostre azioni di governo. Ma noi non ci siamo mai fatte ingannare, sapevamo che stavi usando l’essere madre per giustificare l’odio e la discriminazione. Sapevamo che stavi usando una nozione escludente di maternità per ferire noi, le lesbiche e gli altri genitori che non rientrano nella vostra ristretta definizione. è ormai evidente che avevamo ragione”. Evidentemente queste persone non si rendono conto che non si tratta di odio e discriminazione ma della necessità di proteggere alcune donne che pur di incassare denaro vendono il proprio corpo facendone un business.

La proposta

Conosciuta come la “legge Varchi,” questa normativa introduce il reato universale per la maternità surrogata svolta all’estero, sanzionando con pene detentive da tre mesi a due anni e multe da 600.000 a 1 milione di euro coloro che seguono regolamentazioni legali di paesi democratici riguardanti la commercializzazione di gameti o la surrogazione di maternità. Il testo prevede di punire il cittadino italiano che la mette in pratica fuori dai confini nazionali, in Paesi dove è legale, con le pene previste per il reato in Italia.

Le parole della premier

Il 12 maggio 2023 la premier Giorgia Meloni, presente agli Stati Generali della Natalità all'auditorium della Conciliazione a Roma, ha ribadito ancora una volta la sua contrarietà alla maternità surrogata. Il Presidente del Consiglio ha affermato: “Vogliamo una nazione in cui non sia più scandaloso dire che, qualsiasi siano le legittime e libere scelte e inclinazioni di ciascuno, siamo tutti nati da un uomo e una donna". La premier ha poi sottolineato le criticità del business che si crea attorno all’utero in affitto, per qualcuno è una questione di principio ma bisogna effettivamente valutare cosa succede dal punto di vista economico, ha poi proseguito il capo del governo: "Una nazione in cui non sia un tabù dire che la maternità non è in vendita, che gli uteri non si affittano, che i figli non sono un prodotto da banco che puoi scegliere sullo scaffale come se fossi al supermercato e magari restituire se poi il prodotto non corrisponde a quello che ti aspettavi". Se pensiamo che in Ucraina il prezzo di un utero in affitto parte da 49.900 euro e varia a seconda della difficoltà della gestione amministrativa: una buona parte dei programmi prevede un totale che va dai 50mila ai 60mila euro.

Il costo della maternità surrogata in Grecia parte da 78mila euro; in Albania la base è di 61mila euro circa; in Georgia si parte da 58mila euro. Possiamo dire che in è un vero e proprio mercato, dei numeri specifici ne abbiamo parlato in questo articolo.

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