"Dov'è l'Albania?". Questa è la domanda che molti subsahariani in procinto di imbarcarsi per l'Europa pongono nelle discussioni in cui si parla dei nuovi centri aperti dall'Italia. Inutile dire che il tema è particolarmente dibattuto da quelle parti: dall'Italia, quelli che sono già arrivati, inviano informazioni nelle chat in cui si trovano quelli che vogliono arrivarci, e che ora si chiedono cosa può cambiare per loro con la nuova soluzione italiana. La maggior parte di quelli che cercano di raggiungere l'Europa, infatti, sanno di non avere i requisiti per ottenere l'asilo, di essere irregolari. Ma ci provano comunque, consapevoli di poter poi trovare soluzioni e associazioni che ne difendono diritti inesistenti.
Ma la possibilità di poter essere trasferiti nei centri in Albania, senza mai entrare in Europa e avere la possibilità di scappare, sta cambiando questa percezione. Ed è in parte anche questa la funzione, ossia la deterrenza per scoraggiare gli irregolare a mettersi in mare, in mano a trafficanti spregiudicati che li fanno viaggiare in condizioni talmente pericolose che la morte non è un'opzione così remota quando si tenta la traversata verso l'Italia. "Meglio prendere la strada della Spagna", "La Spagna è attualmente la migliore destinazione per i migranti. Questo centro in Albania è una prigione. Viva Espana (scritto in spagnolo, ndr)", si legge in due dei diversi messaggi che si trovano sfogliando le reazioni dei futuri migranti. La Spagna socialista di Sanchez, nonostante le proteste dei suoi abitanti, continua a non intervenire e questo sposta i flussi. Gli arrivi alle isole Canarie, lungo la rotta Atlantica, sono più che raddoppiati mentre quelli verso l'Italia, nel Mediterraneo centrale, sono più che dimezzati.
Ma ci sono anche quelli che pensano di poter ingannare le autorità italiane, forse sono a conoscenza di qualcuno che già l'ha fatto in passato. "Possiamo ottenere asilo velocemente: da ora in massimo 2 mesi stai bene. Siamo positivi, cari migranti. Basta guardare oltre la punta del naso e pensare a cosa dire durante i colloqui di asilo per poter andare in Italia e non essere deportati nel Paese d'origine". Ma c'è anche chi è pronto a usare le maniere brute per riuscire nel suo intento e superare i controlli: "Appena sono lì, scappo. Prima metto in fila 5 poliziotti, poi li metto ko e continuo la mia avventura".
Queste conversazioni offrono uno spaccato di chi accogliamo in Italia, di chi abbiamo accolto in passato senza adeguati controlli e verifiche. E di chi le opposizioni vogliono continuare a far entrare indiscriminatamente in Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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