I primi 16 migranti in Albania. "Sbarchi già calati del 62%"

Von der Leyen: "L'intesa? Bella lezione per l'Ue". Piantedosi: "Risparmi sull'accoglienza". Ma 4 sono già di ritorno in Italia

I primi 16 migranti in Albania. "Sbarchi già calati del 62%"
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Sbarcano i migranti, si arenano le polemiche. È bastata l'audizione del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi a smentire le sedicenti Cassandre che profetizzavano diritti umani calpestati e soldi pubblici sprecati dietro l'intesa quinquennale con Tirana firmata dai premier Giorgia Meloni ed Edi Rama. Niente di più falso, sottolinea il titolare del Viminale durante il question time alla Camera. «Anzi, il protocollo è oggetto di studio di molti Paesi europei» come Grecia, Regno Unito e Danimarca, sottolinea il premier a margine del summit Ue-Consiglio di cooperazione del Golfo di Bruxelles, come aveva anticipato il Giornale e come aveva annunciato il presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen, secondo cui «l'intesa farà trarre una lezione alla Ue» sul contrasto all'immigrazione clandestina. «I Paesi Bassi sono interessati all'accordo tra Italia e Albania, è importante trovare soluzioni innovative», conferma il ministro degli Esteri orange Caspar Veldkamp davanti all'omologo italiano Antonio Tajani, che definisce l'intesa «una scelta concreta e coraggiosa che finirà nel documento del Ppe». Favorevole anche il premier francese Michel Barnier che domani, accompagnato dal ministro dell'Interno Bruno Retailleau, sarà a Mentone e Ventimiglia per parlare di lotta all'immigrazione con Tajani e Piantedosi. Scettica la Slovenia, contraria invece la Spagna, con il ministro del Lavoro Yolanda Díaz che parla di «flagrante vulnus al diritto internazionale».

I primi 16 profughi in cerca del diritto d'asilo in Italia sono arrivati ieri mattina a bordo della nave Libra della Marina al porto di Shengjin in Albania: sono 10 egiziani e sei bengalesi, soccorsi lo scorso 13 ottobre a bordo di due imbarcazioni di fortuna partite da Sabratha e Zuara, in Tripolitania, hanno percorso a piedi il breve tratto fino all'ingresso della struttura, dove li attendevano medici, interpreti e mediatori culturali. Una volta sottoposti ai controlli sanitari e alle procedure di identificazione sapranno in tempi brevi se sono destinatati al rimpatrio (saranno quindi spostati nel Cpr di Gjader) o se potranno chiedere asilo in Italia. Due di loro sarebbero in condizioni di «estrema vulnerabilità», altri due si sono dichiarati minorenni: tutti imbarcati su una motovedetta diretta in Italia. Un escamotage, probabilmente, visto che avrebbero potuto dirlo prima di salire sulla nave ma che conferma la bontà del protocollo. In passato molti minori sono rimasti nei Cpr con gli adulti. Fuori, un gruppo di attivisti manifesta con uno striscione che vede Rama e Meloni in divisa da secondini e la scritta «Qui finisce il sogno europeo».

Intanto in Italia sulla loro sorte si consumava uno scontro a Montecitorio. «Gli 800 milioni spesi in Albania potevano andare alla sanità», ripetono da giorni le opposizioni con la leader Pd Elly Schlein in testa, convinta che serva una nuova politica europea su immigrazione, asilo e cittadinanza. «Spenderemo un miliardo, è un enorme danno erariale», è l'affondo di Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue alla Camera.

A loro ha risposto il Viminale, snocciolando una serie di numeri e garantendo sulla tutela dei diritti umani: «Non ci sono criticità sugli appalti» come aveva ipotizzato il Domani, «gli arrivi sono già calati del 62% sul 2023 e del 30% rispetto al 2022» grazie «all'efficacia degli interventi» e alla convergenza «a livello internazionale sulle proprie linee di azione», come «il sostegno dell'Europa al memorandum con la Tunisia e l'Egitto». Quanto all'investimento da 134 milioni l'anno «tiene conto della collocazione geografica delle strutture, ma va considerato che riguarda un impianto polifunzionale, un unicum che assolverà a una quadruplice funzione (hotspot di sbarco, luogo di trattenimento per procedure accelerate, Cpr e struttura carceraria) e che «sul lungo periodo consentirà di abbattere le spese di gestione dell'accoglienza straordinaria pari oggi a 1,7 miliardi l'anno, che il governo in carica ha ereditato da epoche precedenti di rassegnazione ed assenza di ogni qualsivoglia reazione agli arrivi massicci ed incontrollati».

Se il segretario di +Europa Riccardo Magi sui social ha trovato «grottesca e un po' ridicola» l'immagine dei migranti scesi dalla Libra, «poveri cristi» vittima a suo dire «dell'orrida propaganda della Meloni pagata con i soldi dei contribuenti», di «scelta sbagliata, propagandistica e molto costosa» parla Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva. Anche la Chiesa si interroga sul protocollo: «Si stanno elaborando delle posizioni», ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi.

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