Migranti, nave Libra in porto in Albania: l'Europa studia il protocollo, le Ong vanno all'attacco

Mentre l'Europa, anche quella socialista, vorrebbe replicare a livello comunitario il patto Italia-Albania, le opposizioni italiane partono subito all'attacco e usano le Ong come stampella

Migranti, nave Libra in porto in Albania: l'Europa studia il protocollo, le Ong vanno all'attacco
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Questa mattina, poco dopo le 8, la nave Libra è arrivata in Albania e ha attraccato al porto di Shengjin con i primi 16 migranti recuperati in mare. Sono tutti uomini, provenienti da Egitto e Bangladesh, che non sono in condizioni di vulnerabilità. Vicino al porto è stato realizzato il primo centro, dove verranno effettuate le operazioni preliminari di identificazione e lo screening sanitario. Tuttavia, come prevede il nuovo protocollo, già a bordo della nave della Marina è stata avviata la verifica dei requisiti richiesti dalle nuove procedure di accoglienza.

Terminate queste procedure, i migranti verranno trasferiti in un altro centro, quello di Gjader, a circa 20 km da quello vicino al porto. I migranti giudicati idonei a presentare domanda d'asilo attenderanno lì l'esito della richiesta, che sarà esaminata con procedura accelerata e non richiederà più di 28 giorni. Nel caso in cui venisse respinta, verrebbero rimpatriati insieme a coloro i quali non hanno i requisiti per la richiesta. All'interno della struttura di Gjader è presente una sorta di Cpr per i rimpatri, un centro di accoglienza e una zona dedicata a chi dovesse rendersi protagonista di reati durante la permanenza.

Il patto stretto tra Italia e Albania interessa agli altri Paesi europei, che pensano a qualcosa di simile per la gestione dei propri flussi migratori. Tra questi ci sono anche i Paesi Bassi, come dichiarato dal ministro degli Esteri, Caspar Veldkamp, in visita alla Farnesina proprio questa mattina. Veldkamp ha sottolineato che occorre trovare "soluzioni innovative" riguardo il tema dei migranti e in questo senso "l'accordo Italia-Albania ci interessa". La volontà è quella di tenere sotto controllo i flussi e di "lavorare con la Commissione dell'Unione Europea e con l'Italia per trovare nuove soluzioni". Veldkamp ha anche sottolineato come l'Italia "svolge tutto questo nel quadro del diritto europeo e all'interno della convenzione dei diritti umani". Una precisazione che può sembrare ovvia ma che non lo è, soprattutto a fronte delle polemiche che la sinistra italiana sta sollevando al solo scopo di criticare il governo Meloni, delegittimandolo nonostante gli apprezzamenti internazionali.

"L'arrivo della prima nave con i migranti destinati all'Albania fa discutere solo le opposizioni: l'accordo è stato portato a modello anche dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen", ha ricordato Antonio Tajani nel corso di un'intervista con Rtl 102.5. E, infatti, da ieri i partiti di sinistra si sono scatenati contro il governo, trovando la sponda anche nelle Ong. Il motivo per il quale delle organizzazioni non governative alzino la voce davanti a un Paese che lavora per ridurre le morti in mare e aumentare la sicurezza del proprio territorio non è chiaro. Si spiega solo con ragioni di tipo politico e interessi collaterali che le Ong non intendono esplicitare. Ma insinuano che la presidente del Consiglio sia andata davanti all'aula del Senato a mentire, perché a loro dire avrebbe nascosto "ancora una volta le responsabilità e i comportamenti criminali della cosiddetta guardia costiera libica finanziata dall'Italia che tante volte abbiamo documentato con i nostri aerei".

La ong tedesca continua a sostenere di aver registrato le violazioni della Guardia costiera libica con i propri aerei, ma mancano le immagini delle operazioni condotte dalla stessa Ong, se non quelle che loro stessi hanno interesse a far uscire fuori per sostenere la propria propaganda.

Quella condotta dalle organizzazioni dei migranti è una narrazione a senso unico sbilanciata, sostenuta dalla politica di opposizione al governo di centrodestra, che ha tutto l'interesse nell'usare le organizzazioni come "piede di porco". Organizzazioni che, peraltro, non sono italiane e utilizzano navi che battono bandiera diversa da quella dei paesi di origine.

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