Meno sbarchi, meno morti nel Mediterraneo. Mentre lo scontro tra politica e magistratura su Albania, Paesi “sicuri” e rimpatri prosegue (vedi la sentenza di Catania), rispetto al 2023 gli arrivi nelle nostre coste sono calati di circa il 66%. A oggi in Italia i migranti in cerca di asilo sono stati 55.892 contro i 157.651 dello stesso periodo del 2023, come riportano i dati del Viminale aggiornati al 4 novembre. Merito delle misure dell’esecutivo, degli accordi bilaterali e del pattugliamento delle nostre navi militari ma anche dello spauracchio Albania che potrebbe aver spezzato in parte l’orrendo mercato di vite umane alla base della tratta dei migranti.
“Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l’Italia. Ma noi non ci arrendiamo!”, così il vicepremier e ministro Matteo Salvini dopo la decisione del giudice di Catania che ha annullato un trattenimento, quando mancano meno di 50 giorni alla sentenza sul caso Open Arms che rischia di condannare il leader leghista a sei anni per sequestro di persona, per non aver fatto sbarcare a Lampedusa i 147 migranti raccolti dalla nave della Ong spagnola nell’agosto del 2019.
Ed è proprio Lampedusa, secondo i dati dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati, la meta preferita per gli sbarchi. Delle 5.500 persone arrivate ad ottobre nel nostro Paese, circa l'85% è sbarcato a Lampedusa, un decremento di circa il 29% rispetto al mese precedente (7.685). Secondo l'organizzazione internazionale, le persone arrivate sulle coste italiane ad ottobre sono partite da Libia, Tunisia, Turchia e Algeria. La Libia è stata il primo Paese di partenza, con il 65% circa di tutti gli arrivi via mare in Italia. Gli altri porti di sbarco sono Crotone, Roccella Ionica, Pozzallo, Porto Empedocle, Lampione, Ravenna, Marsala, Salerno, Augusta, Bari e Carloforte.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.