Vietato difendere Matteo Salvini. Questo sembra l'ordine di scuderia partito dai grandi giornali che se la sono presa per alcuni affermazioni a loro giudizio indelicate che l'avvocato Giulia Bongiorno avrebbe pronunciato nel corso della sua arringa difensiva nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo di venerdì scorso. In particolare, una delle frasi considerate irritanti è l'uso del verbo "bighellonare" associato alla nave Open Arms, nella ricostruzione fornita in aula dalla Bongiorno, prima di cercare di sbarcare a Lampedusa.
Secondo quello che dimostrerebbero le prove a sostegno della difesa di Salvini, la nave avrebbe rifiutato due volte attracchi sicuri in Spagna (ricordiamo che la nave di proprietà di Oscar Campus, batte bandiera spagnola) e l'altra era il porto di Malta. Oggi la Lega è intervenuta con una nota durissima chiedendo appunto maggiore rispetto nei confronti della Bongiorno, presa di mira dallo stesso Campus in un video nel quale di fatto attacca i legali e ridicolizza la strategia difensiva della Bongiorno, anche perché la senatrice della Lega sarebbe "oggetto di gravi minacce", dice una nota del Carroccio. Minacce "che hanno subito una moltiplicazione preoccupante dopo l’ultima udienza di Palermo nella quale è stata sbugiardata Open Arms".
Ad avvelenare ulteriormente il clima, alcuni interventi di " commentatori di rilevanti giornali italiani" che secondo la Lega hanno aggredito l’avvocato di Salvini sul piano personale (contestandole addirittura le origini siciliane e persino il suo cognome). Il riferimento è a un pezzo del Corriere della Sera di Gian Antonio Stella, che ha appunto stigmatizzato la parola "bighellonare" dicendo che questo termine non doveva essere usato per descrivere una nave che cercava di salvare dei migranti. Oggi la Bongiorno, sul Corriere, ha risposto ripetendo fondamentalmente ciò che aveva già ribadito nell'aula bunker: l'uso della parola "bighellonare" non è sua ma era la traduzione di come Malta aveva definito il comportamento di Open Arms nel Mediterraneo.
Che il clima sia infuocato lo dimostrano anche le minacce di morte ricevute dal giudice Silvia Albano, uno dei sei giudici della Sezione specializzata sui Diritti della Persona ed Immigrazione del Tribunale di Roma che hanno pronunciato i provvedimenti sui trattenimenti in Albania.
Lo conferma Magistratura Democratica spiegando che per questo motivo Albano "ha presentato oggi un’articolata denuncia alla Procura della Repubblica di Roma". La sinistra solidarizza col magistrato, non con la Bongiorno. E questo la dice lunga sul clima politico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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