Il procuratore a Filippo: "Costituisciti". Ipotesi fuga in Austria

Sulla testa del giovane pende un mandato di cattura europeo. Il suo profilo WhatsApp continua a ricevere messaggi, ma ciò non conferma che abbia usato il telefono. Rimane l'ipotesi omicidio-suicidio

Il procuratore a Filippo: "Costituisciti". Ipotesi fuga in Austria
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Il corpo di Giulia Cecchettin, la 22enne veneta scomparsa sabato scorso, è stato trovato vicino al lago di Barcis, a 30 chilometri da Pordenone. Dell’ex fidanzato Filippo Turetta, indagato per tentato omicidio, non vi è ancora nessuna traccia. L’auto del giovane, una Fiat Punto nera, era stata avvistata in precedenza vicino al confine con l’Austria. Sulla testa del 22enne pende un mandato di cattura europeo, diramato dall’Interpol a tutti i posti di polizia dell’Unione.

Ancora non abbiamo elementi certi sulla dinamica di quanto avvenuto”, ha affermato il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi. “La ricostruzione che potrebbe fare il ragazzo sarebbe molto importante. L’invito che gli rivolgo è quello di non continuare in questa fuga verso l’Austria, si costituisca”.

A sette giorni dalla sparizione della coppia, il ragazzo risultava online su WhatsApp. Lo ha confermato la sorella di Giulia, Elena Cecchettin, ospite alla trasmissione “Quarto grado”. Durante il collegamento ha inviato un messaggio al giovane, segnato con la doppia spunta grigia. Questo significa che il testo, anche se non visualizzato, è stato recapitato al profilo dell’app di messaggistica di Filippo sul cellulare o su altri dispositivi connessi, come pc e tablet. “Da quando domenica mattina sono entrata in chat per la prima volta chiedendogli dove fosse mia sorella lo vedo connesso”, ha affermato Elena. “Non penso che possa essere sempre online dal telefono”. Anche i genitori di Turetta hanno provato a mettersi in contatto con il figlio, ma il cellulare risulta spento. Secondo il suo avvocato, il fatto che sia online “non prova che sia vivo”.

L’ipotesi omicidio-suicidio, infatti, è ancora al vaglio degli investigatori, così come la possibilità che Filippo abbia portato con sé un vecchio dispositivo in grado di connettersi a Internet. Questa traccia potrebbe aiutare nelle indagini, che si sono estese oltre il confine con l’Austria. “Facendo una richiesta al social si può sapere a quale indirizzo di rete è stato recapitato il messaggio ottenendo quindi informazioni sull'area territoriale dove concentrare le ricerche”, ha spiegato a Tgcom24 l’ingegnere informatico Paolo Reale.

Il fatto che i messaggi siano stati consegnati comunque non implica che, nell’ultima settimana, il giovane abbia usato il cellulare. Esso infatti risulta disattivato, ma può comunque ricevere le notifiche recapitate tramite i server di WhatsApp.

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