La tragedia avvenuta in Calabria, nonostante il tentativo di strumentalizzazione della sinistra e delle Ong, rimette al centro dell'agenda europea la necessità di un'azione di concerto ai massimi livelli per strappare la gestione dei flussi agli scafisti e ai trafficanti di esseri umani. E non è difficile capire che il problema dev'essere eradicato, come intende fare Giorgia Meloni cercando una strada per bloccare le partenze, e non assecondato, come vorrebbero fare le Ong e la sinistra, aprendo tutti i porti e invogliando indirettamente i migranti a mettersi in mare. Una palese dimostrazione di questo arriva dalle stesse pagine social dei trafficanti, che si trovano facilmente su Facebook e dove vengono organizzate le partenze per l'Italia.
"Se sei pronto a lasciare la Tunisia e andare in Italia, 1500 dinari", dice uno scafista, o un suo tramite, lasciando intendere che nei prossimi giorni ci saranno nuove partenze in direzione del nostro Paese. Il fermento in quelle pagine è alto: dalla prossima settimana sono previste numerose partenze, soprattutto da Sfax. Il materiale che viene condiviso spazia dalle immagini dei barchini a quelle dei motori, che vengono mostrati nelle loro scatole originali a dimostrazione che si tratta di prodotti di buona fattura, come presunto indicatore di sicurezza del viaggio.
Ci sono numeri di telefono, contatti Whatsapp e Telegram nell'enorme flusso di messaggi che vengono condivisi in queste pagine. Le tariffe per essere imbarcati in una delle tante carrette del mare variano da 1200 a 6000 dinari tunisini nei messaggi che abbiamo avuto di verificare personalmente. Dieci giorni fa è comparso anche un messaggio in codice, che indicava chiaramente partenze dalla Libia in direzione di Lampedusa, come abbiamo avuto modo di verificare a fronte delle migliaia di migranti sbarcati sull'isola nei giorni scorsi. "C'è una partita tra Tripoli e Lampedusa in Italia. Per chi volesse seguirla, biglietti disponibili e posti limitati. Zawiya e Tripoli", si legge nel messaggio. Ci sono poi i messaggi di chi cerca i trafficanti: "Sono in Senegal e voglio andare in Italia. Chi mi aiuta?". Al di là di questo messaggio, quel che colpisce è una delle risposte: "Stai attento, i tempi stanno cambiando". L'eco del nuovo governo che, finalmente, ha imposto regole è arrivato fin là? Quindi prima c'era la consapevolezza che in Italia si poteva fare liberamente quel che si voleva.
Ma c'è un altro messaggio che dà la misura di quello che accade al di là del Mediterraneo in riferimento alla propaganda pro-immigrazione. Nelle scorse ore sono stati pubblicati diversi post che annunciano l'arrivo in Italia di un barcone con 90 persone. Tuttavia, per dare questa comunicazione è stato utilizzato un vecchio video di una Ong, ante 2020, in cui si vede un equipaggio raggiungere un gommone sovraffollato di migranti e rassicurarli: "Vi portiamo in Italia, in Europa, ok?".
Anche questo può essere considerato un pull-factor, perché gli scafisti tramite questi video che vengono condivisi dalle Ong, trasmettono ai migranti un senso di sicurezza inesistente, facendo loro intendere che lungo il loro viaggio troveranno navi pronte a raccoglierli per andare in Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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