Il Pd vuole "processare" i giudici che inguaiano Arcuri

L'opposizione in commissione Covid accusa l'imprenditore che ha avuto 200 milioni di risarcimento per delle mascherine comprate e mai pagate: da lui documenti falsi. Ira Fdi: vogliono solo salvare Conte

Il Pd vuole "processare" i giudici che inguaiano Arcuri
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Il Pd vuole «processare» i giudici che hanno condannato Palazzo Chigi a risarcire con 203 milioni la società di mascherine tagliata fuori dal commissario all’Emergenza Covid Domenico Arcuri da marzo ad agosto del 2020 per far posto a quelle cinesi con marchio contraffatto, un appalto da oltre 1,2 miliardi che ha di fatto invaso il Paese di dispositivi farlocchi e pericolosi, sdoganati in spregio alle norme. L’altra sera, dopo un’infuocata (e persino sospesa) seduta della commissione d’inchiesta sulla pandemia, l’opposizione ha scelto una strategia precisa: delegittimare il manager di JcElectronics Dario Bianchi, chiamato in audizione a spiegare perché la sua fornitura di mascherine certificate era stata interrotta da Arcuri, ipotizzando che i documenti processuali depositati fossero sostanzialmente falsi e ipotizzando una discrepanza enorme tra le mascherine da pagare e quelle effettivamente consegnate. «Vi siete impegnati a fornire 10 milioni di mascherine, ma al 24 maggio erano state consegnate solo 494mila, voi dite 3 milioni. Noi abbiamo il dovere di recuperare le carte, lei ci darà le sue - ha detto Francesco Boccia, l’ex ministro per i Rapporti regionali del governo di Giuseppe Conte, rivolgendosi a Bianchi - la Protezione civile le sue, la struttura del commissario le sue, è tutto documentato. Ci rivedremo dopo aver sentito le audizioni degli altri. E se non coincidono con quelli della sentenza, chiediamo ai magistrati di venire a riferire». Insomma, la sinistra contesta la condanna che inguaia Arcuri per un possibile danno erariale e la butta in caciara, bollando la ricostruzione di Jc sulle mascherine mai pagate come «fantasiosa e antiscientifica».

Secondo Bianchi, infatti, esisterebbero le prove che il governo sapeva che le mascherine erano contraffatte, da più fonti (compreso il governo di Pechino) e grazie alle segnalazioni di Miguel Martina, un funzionario delle Dogane poi allontanato, mobbizzato e infine risarcito, che presto potrebbe essere anche lui audito.
Per Fratelli d’Italia, che presiede la commissione con Marco Lisei, «i tentativi ostruzionistici e di delegittimazione di Bianchi e le continue interruzioni da parte degli esponenti di Pd e M5s non sono riusciti a tacitare versioni dei fatti per loro evidentemente molto scomode.

Il governo Conte e la struttura commissariale - dicono i meloniani - avrebbero saputo di acquistare mascherine non idonee o addirittura pericolose per la salute pagandole persino il quadruplo del prezzo di mercato». Ma a Pd e M5s, più che sapere la verità sulle mascherine, interessa proteggere Conte e Arcuri.

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