Violenza e abdicazione della dittatura: questo è quello che emerge dalle proteste degli studenti pro-Palestina all'università La Sapienza di Roma, dove questa sera qualche centinaio di persone ha protestato contro la decisione del Senato accademico di non inchinarsi ai loro ricatti. Niente boicottaggio a Israele da parte della rettrice de La Sapienza, Antonella Polimeni: questo ha scatenato la rabbia dei collettivi, che hanno prima cercato di assaltare il rettorato, poi hanno provato con il commissariato. Il bilancio parla di diversi agenti feriti, tra i quali un dirigente, e due fermi.
Dietro queste azioni ci sono gli autonomi ma anche i collettivi che si muovono negli ambienti dell'università La Sapienza, in particolare il collettivo Zaum, nato appena pochi mesi fa con l'attuale conformazione, che ha già mostrato quale sia il suo vero volto. La sua nascita è stata annunciata dalle principali sigle anarchiche del Paese, il che fa capire quali siano le fondamenta ideologiche di chi l'ha fondato ma anche di chi decide di aderirvi. Si definiscono come un collettivo "anti sistema", "pro Palestina", "contro il patriarcato". Il collettivo esiste sui social fin dal 2021 e dopo aver partecipato alle proteste contro il caro affitti per gli studenti, dal 7 ottobre è impegnato nella causa palestinese, supportato da Cambiare Rotta, presente anche negli scontri di quest'oggi.
All'azione violenta del pomeriggio del 16 aprile hanno partecipato anche i rappresentanti del Movimento studenti palestinesi, insieme ad altre sigle dei centri sociali della Capitale. In un post inerente i fatti di questa sera è stata menzionata anche l'Unione Democratica Arabo Palestinese. Le azioni violente di queste manifestazioni sono tutte riconducibili a un'unica matrice, quella della sinistra extraparlamentare. L'intento, anche questo pomeriggio, era di creare disordini, di provocare le forze dell'ordine per poi scatenare il coro di reazioni come quelle che si sono generate dopo i fatti di Pisa ma, soprattutto, per sovvertire l'ordine costituito e generare caos.
"Al centro delle proteste la richiesta da parte degli studenti di una chiara presa di posizione dell'Università contro il genocidio in Palestina e la richiesta di recedere gli accordi militari siglati dall'ateneo. La mobilitazione in breve tempo è stata aggredita dalle forze dell'ordine con tre cariche arrivate tutte nel giro di pochi minuti e due studenti fermati e portati al commissariato", dichiarano in una nota gli studenti del Fronte della Gioventù Comunista, che ribaltano la verità fattuale parlando di aggressione dalle forze dell'ordine. "Se pensano di intimorirci si sbagliano.
Siamo pronti sin da subito a rilanciare le mobilitazioni e ci riuniremo in assemblea con gli studenti già da domani alle ore 13:00 nel cortile di Scienze Politiche per programmare nuove iniziative di lotta", rilanciano gli studenti del FGC, chiedendo le dimissioni della rettrice.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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