Pugno chiuso e slogan anti-Israele: così la nave Ong è pronta a tornare in mare

Dal porto di Siracusa, la Ong Salvamento Maritimo Humanitario si schiera contro Israele e in difesa di Gaza: "Azioni criminali di immensa gravità"

Pugno chiuso e slogan anti-Israele: così la nave Ong è pronta a tornare in mare
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La riaccensione del conflitto tra Israele e Palestina, esploso con nuova furia dopo gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, ha messo a nudo la vera natura di molte organizzazioni e persone. Da Greta Thumberg in giù, gli ideologisti a ogni costo, incapaci di confrontarsi con la verità che oggi rivendicano il diritto della Palestina alla "resistenza", forse senza nemmeno conoscerne il significato, implicitamente esortano Hamas nel proseguire le sue azioni. Perché i discorsi di chi si schiera dalla parte della Palestina fanno riferimento a eventi storici accaduti nel tempo ma saltano a piè pari quanto accaduto il 7 ottobre, quando migliaia di civili, donne, bambini, anziani, uomini che fossero, sono stati barbaramente trucidati.

Tra chi sostiene senza sé e senza ma la Palestina sono uscite allo scoperto anche alcune Ong. Non tutte, va detto, perché la guerra sembra aver aperto una frattura in un fronte che fino a poco tempo fa sembrava molto unito. L'esempio è Medici senza frontiere, che senza la minima verifica ha dato per vera la versione di Hamas sul razzo israeliano sull'hospedale di Gaza, senza poi ripiegare quando è stato dimostrato che, invece, la verità sta altrove. Un comportamento che è stato fatto notare anche da un'altra Ong, Mission-Lifeline, tramite il suo fondatore. Ma ormai la spaccatura è aperta e tra quelle che sono schierate, anche con toni molto forti, al fianco di Israele c'è Salvamento Maritimo Humanitario, che utilizza la nave Aita Mari, attualmente ormeggiata al porto di Siracusa.

"Il mondo intero è testimone di azioni criminali di immensa gravità. Esprimiamo la nostra più profonda solidarietà alle vittime di questo massacro", scrivono in un tweet e, se ci si fermasse qui e non si continuasse a leggere, si potrebbe immaginare che le loro parole siano genericamente rivolte alle brutture di una guerra che sta causando morti innocenti tra i civili. Ma il loro riferimento in questo messaggio si esplica in maniera molto chiara nel passaggio successivo.

La frase seguente è preceduta dell'emoticon del pugno chiuso e dalla bandiera palestinese. La Ong scrive: "Per la pace, per il cessate il fuoco, per la difesa dei diritti fondamentali". Di chi? Dei palestinesi, ovviamente, a scapito di Israele.

Questo per loro è pace, come si evince anche dalle immagini che hanno condiviso, sono si mostrano sorridenti e con il pugno alzato davanti a uno striscione issato sulla loro barca. Il messaggio che si legge è chiaro: "Salvamento Maritimo Humatario con Palestina. Stop al genocidio a Gaza". I fatti del 7 ottobre sono ormai dimenticati da queste parti.

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