"È ribelle e ha ragione". Così la madre difende il figlio-vandalo a processo

Alla fine dell'udienza al tribunale di Milano, la madre dell'attivista di Ultima generazione ha quasi "giustificato" il figlio: "Dalla nostra generazione sono venuti fuori i terroristi..."

"È ribelle e ha ragione". Così la madre difende il figlio-vandalo a processo

Su Simone Ficicchia, l'attivista di Ultima generazione a processo a Milano, il tribunale di Milano deciderà fra trenta giorni. Vent'anni, residente a Voghera, ha circa trenta procedimenti aperti a suo carico tra blocchi del traffico e imbrattamenti, tra i quali uno degli ultimi lo scorso 7 dicembre al teatro alla Scala di Milano. Ha diversi fogli di via emessi da numerose città, tra le quali anche Roma, dove comunque si è recato per rilasciare un'intervista televisiva. Gli vengono contestati reati che vanno dall’interruzione di pubblico servizio, al danneggiamento e imbrattamento fino alla resistenza a pubblico ufficiale. Intervistata fuori dal tribunale di Milano, la madre del giovane ha dichiarato: "Siamo convinti che nostro figlio sia un ribelle e che abbia ragione a esserlo".

Alla fine dell'udienza, Simone Ficicchia ha spiegato ai cronisti che "la repressione che stiamo ricevendo è sproporzionata rispetto alle azioni non violente che portiamo avanti". Per lui si sono mobilitati nomi importanti, in aula era presente Gad Lerner e c'era anche Marco Cappato, oltre a un manipolo di altri attivisti che vorrebbero l'impunità. "Mio figlio non ha danneggiato delle persone, forse ha danneggiato delle cose ma non in maniera irreveparabile, perché dimostrava un suo pensiero", ha proseguito sua madre ai microfoni dei cronisti, sottolineando di non essere d'accordo sui metodi utilizzati da Ultima generazione. Va sottolineato che il procedimento, infatti, si riferisce a quelli e non agli ideali che portano avanti gli attivisti.

Lasciandosi prendere la mano nella difesa, legittima, seppur legittima del figlio, la madre ha poi aggiunto: "Io sono di una generazione che non ha fatto questo, che non ha in mente questo. Non siamo abituati a fare questo però non per questo è sbagliato per forza. Bisogna adeguarsi a quelli che sono i momenti e le situazioni. Dalla nostra generazione sono venuti fuori i terroristi, non è poco, questi non sono ragazzi che faranno i terroristi, non lo credo affatto".

In quanto madre del ragazzo, in molti comprendono la posizione della donna. Ma non tutti concordano con lei: "Bastavano cinque parole: 'Scusate, pagherò tutti i danni'. Invece lo giustifica". E ancora: "Delinquere non è solo far del male fisico. Delinquere è anche privare gli altri di poter andare a lavoro per le proprie idee e imbrattare proprietà pubbliche e private".

Oppure: "Lo avrei portato io a pulire, poi in procura". Ancora una volta, l'opinione pubblica dimostra che a essere contestate non sono le idee di questi attivisti ma il modo che hanno scelto per portarle avanti, che va contro la legge.

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