Riforma Cartabia e Tribunale Unico: al Senato confronto tra politici e giuristi organizzato dal Forum delle Associazioni Familiari

Al centro del convegno le ricadute sul processo civile della famiglia

Riforma Cartabia e Tribunale Unico: al Senato confronto tra politici e giuristi organizzato dal Forum delle Associazioni Familiari

L’impatto del nuovo processo civile della famiglia, introdotto con la Riforma Cartabia, sulla tutela del minore rappresentata e supportata dalle associazioni in ambito processuale. Se ne è parlato al convegno “Il tribunale unico per le persone, i minorenni e le famiglie. La ricaduta sulla tutela dei minori: luci e ombre”, che si è svolto al Senato su iniziativa di Assocomunicatori e al quale hanno preso parte esponenti delle associazioni familiari, politici e giuristi. L’incontro, organizzato dal Forum delle Associazioni Familiari con la partecipazione dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani (UGCI), ha offerto, a distanza di quasi due anni dall’entrata in vigore del nuovo rito e in attesa dell’istituzione del Tribunale Unico, riflessioni e osservazioni sulla ricaduta dell’applicazione della riforma stessa.

La Riforma Cartabia ha modificato il processo civile della famiglia con l’intento di ridurre la durata dei processi, di ottimizzare le risorse e unificare i procedimenti attraverso l’istituzione del Tribunale Unico. Alcune norme hanno aperto un dibattito fra giuristi, magistrati, avvocati e associazioni che si occupano di minori e di famiglie in difficoltà. Si sono sollevate perplessità sulla loro applicazione concreta, sia sui procedimenti di separazione e divorzio sia in relazione ai procedimenti che attengono le limitazioni o la decadenza della responsabilità genitoriale, gli allontanamenti dei minori e gli affidi.

Separazioni e divorzi

Gli oneri di allegazione da assolvere, con termini perentori, prima dell’udienza di comparizione rischiano di ritardare la decisione sulle condizioni di collocazione e mantenimento dei figli, ma anche di aumentare il conflitto genitoriale, in quanto le parti devono allegare, produrre e dedurre sulle questioni che verranno trattate in corso di causa, come ad esempio chat, foto, estratti conto particolareggiati del coniuge.

Ogni mancata conciliazione fra i genitori e l’inevitabile allungamento della causa ha una ricaduta pesantissima sui figli. Sarebbe importante, allora, sapere se con il nuovo rito i processi sono davvero più brevi, poiché nella pratica si sono in realtà ravvisati casi di tardiva gestione e di sottovalutazione delle situazioni di pregiudizio a carico dei minori.

Inoltre, i figli spesso non vogliono essere coinvolti nel conflitto fra i genitori, hanno timore che quello che diranno li possa ferire; talvolta temono ripercussioni da parte dell’uno o dell’altro genitore, non raramente vengono indotti a “scegliere” un genitore piuttosto che l’altro per ragioni di convenienza; talvolta vengono, anche inconsciamente, manipolati. Il rischio è che il minore venga “buttato nella mischia” in un’ottica adultocentrica. L’obbligatorietà dell’ascolto da parte del Giudice, che può (ma non deve) avvalersi dell’assistenza di esperti, rischia di esporre il minore alle vicende processuali dei genitori. Il Forum, quindi, ritiene opportuno sia previsto l’ascolto del minore (valutando capacità e disponibilità dello stesso) in un ambiente protetto con la partecipazione di personale qualificato (psicologi o pedagogisti).

Procedimenti de potestate

Il Forum non chiede che si abbandoni la costituzione del Tribunale Unico per le persone, i minorenni e le famiglie. Chiede che il sapere e le esperienze di decenni di Tribunale per i minorenni (fiore all’occhiello d’Italia) non diventi sapere da biblioteca, ma continui ad animare lo spirito di quanti si adoperano per tutelare l’infanzia e l’adolescenza. In particolare, la riduzione del ruolo dei giudici onorari e del loro valore aggiunto rischia di indebolire profondamente le decisioni relative ai minori. Il rischio oggettivo del ricorso alle CTU da parte di un giudice monocratico, paradossalmente allungherebbe i tempi processuali a dismisura, andando così contro lo spirito iniziale della riforma e, cosa ancor più grave, perdendo completamente di vista l’interesse del minore.

Inoltre il Forum ritiene che, come nei casi urgenti (che con la riforma hanno visto la definizione di tempi decisionali stretti), sia importante definire tempistiche chiare e inderogabili per le decisioni che riguardano i bambini minori di 2 anni. Termini perentori e tempestivi che rispettino i bisogni dei bambini.

In generale è fondamentale che venga approfondito il ruolo del curatore speciale da affiancare ai minori nelle diverse situazioni processuali, con particolare attenzione alla formazione di questi affinché acquisiscano competenze psicologiche e pedagogiche, nonché metodi di ascolto dei minori, oltre alle necessarie competenze giuridiche.

Per Adriano Bordignon, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari: “La riforma Cartabia ha apportato cambiamenti che impattano in maniera significativa. È fondamentale, pertanto, favorire il dialogo tra famiglie, associazioni, giuristi e politica per mettere al centro l'interesse del bambino. Apprezziamo l’intento di accelerazione dei tempi per i processi che riguardano la famiglia e i minori. Trattandosi, però, di un interesse di persone fragili, che hanno bisogno di una maggiore tutela, crediamo che i tempi e i modelli debbano essere appropriati. Il modello del giudice unico non ci sembra più funzionale. Pensiamo che abbandonare l’esperienza dei giudici ordinari, che in realtà è un’esperienza positiva di successo per l’Italia, sia un passo indietro”.

Roberta Castellan, della Rete di Associazioni nel campo di affido e adozioni, ha dichiarato: "La Riforma Cartabia ha introdotto delle novità sulle quali è necessario un confronto. La riduzione del ruolo del giudice onorario, può comportare un rallentamento dei tempi del procedimento e dei costi. Un altro aspetto riguarda la durata degli affidamenti familiari. È fondamentale evitare gli affidamenti sine die, ma occorre scongiurare il rischio di rendere questi procedimenti macchinosi”.

Maria Rosaria Cavallaro, della Rete di Associazioni nel campo delle controversie familiari, ha sottolineato: “L’intervento di oggi è finalizzato a riflettere sulle possibili ricadute della legge Cartabia nell’ambito della gestione dei conflitti familiari e della tutela dei minori. L’opzione per un rito unico, che costringe le parti a entrare immediatamente nell’ambito di un giudizio a cognizione piena, con una cristallizzazione anticipata del tema, crea difficoltà e focalizza poco l’opportunità di lavorare per raggiungere ipotesi conciliative nell’interesse della prole”.

Pierantonio Zanettin, Membro della Commissione Giustizia del Senato della Repubblica, ha affermato: "Ringrazio per l'opportunità di trattare temi relativi alla tutela dei minori fragili. Il dibattito sull'impatto della Riforma Cartabia deve prendere in considerazione anche l'organizzazione giudiziaria. L'obiettivo di ridurre i tempi dei processi deve necessariamente tenere conto delle carenze di personale e di strutture, aspetti sui quali occorre intervenire".

Susanna Donatella Campione, Membro della Commissione Giustizia del Senato della Repubblica, ha spiegato: "Un punto molto importante sul quale occorre un approfondimento riguarda la definizione del ruolo del curatore, che svolge una funzione centrale. La sua preparazione e specializzazione deve essere definita data la delicatezza del ruolo".

Per Alfredo Bazoli, Membro della Commissione Giustizia del Senato della Repubblica: "L'opportunità di ascoltare proposte sulla giustizia minorile è particolarmente preziosa. Spesso alla politica manca la verifica concreta degli obiettivi delle riforme adottate. Il rito unico ha una sua dignità e coerenza nella prospettiva di assicurare uniformità. Il rischio, è quello di pagare un prezzo molto alto. Servono, infatti, risorse adeguate per offrire soluzioni praticabili".

Secondo Elena Bonetti, Membro della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati: "La ratio della Ministra Cartabia era quella di rafforzare la responsabilità genitoriale a protezione del soggetto più debole, attraverso la ridefinizione dei tempi e delle dinamiche del processo. La sfida è quella di garantire l'ascolto effettivo del minore definendo strutture e modalità che mettano al centro i più fragili".

Claudio Cottatellucci, Presidente AIMMF, Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e la Famiglia: “Le norme processuali della Riforma Cartabia stanno producendo effetti significativi. Il criterio della temporaneità non regge a marcare il discrimine tra affidamento e adozione. Su questo tema esiste un dialogo fecondo fra legislatore e Corte europea. È necessario evitare procedure eccessivamente farraginose, riconoscendo la centralità della biografia affettiva del minore.

Bisogna avere la capacità di affrontare la situazione, considerando il pregiudizio a cui è esposto il minore".

All’evento ha preso parte Piero Sandulli, Professore ordinario di Diritto Processuale Civile, Università Lateranense.

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