Rigopiano, di nuovo a rischio slavina

Sul Gran Sasso potrebbe incombere il pericolo di una nuova slavina. È quanto emerge da un’inchiesta esclusiva del programma Farwest sulla tragedia di Rigopiano

Rigopiano, di nuovo a rischio slavina
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Sul Gran Sasso potrebbe incombere il pericolo di una nuova slavina. È quanto emerge da un’inchiesta esclusiva del programma Farwest sulla tragedia di Rigopiano che andrà in onda sabato sera su Rai3, a otto anni di distanza dalla valanga che distrusse l'hotel abruzzese.

Era il 18 gennaio 2017 quando 120mila tonnellate di neve sommersero l’albergo Rigopiano, una tragedia che causò 29 vittime. Tra ospiti e personale del resort furono ben 40 le persone che rimasero bloccate nella struttura impaurite per quella slavina che si staccò dal Monte Stella lasciando in vita solo 11 superstiti che si salvarono nei giorni successivi. Da quel momento partono le indagini e i processi per individuare le responsabilità e per capire chi avrebbe potuto prevenirlo. Oggi la Cassazione chiede un nuovo processo per i dirigenti della Regione Abruzzo che avrebbero dovuto predisporre una mappa del pericolo valanghe.

L’allora presidente della Regione Luciano D’Alfonso non è coinvolto a livello giudiziario nell’inchiesta sulla vicenda di Rigopiano, ma l’inviato di FarWest Carmine Gazzani, che è tornato sul Gran Sasso insieme alla guida alpina Pasquale Iannetti, lo ha raggiunto per parlare delle eventuali responsabilità politiche nella gestione della tragedia. D'Alfonso avrebbe subito dovuto convocare il Core (Il Comitato operativo regionale di emergenza), ma tale convocazione avviene solo il 18 gennaio ossia tre giorno dopo l’inizio dell’allerta meteo e poco prima della disastrosa valanga. “Noi non abbiamo convocato il tavolo all’Aquila perché c’era il terremoto, c’era l’inibizione ad opera della Prefettura”, spiega D'Alfonso all'inviato di Farwest. L'ex presidente della Regione Abruzzo sostiene che la richiesta di convocazione del tavolo sia partita tardivamente dai dirigenti.

Esiste, infatti, un'intercettazione in cui un dirigente della protezione civile, il 18 gennaio, dice chiaramente allo staff dell’allora presidente che se non si fa presto “qui ci scappa il morto”. Sulle eventuali responsabilità politiche, D'Alfonso risponde piccato: “Che domanda è? Lei vuole curvare la risposta, dovete valorizzare le sentenze".

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