"Se lo dici non avrai asilo...". Così le Ong "istruiscono" i migranti

In un ampio vademecum per i migranti diffuso dalle Ong vengono forniti consigli per i miganti in modo da ottenere agevolazioni e asilo in Italia

"Se lo dici non avrai asilo...". Così le Ong "istruiscono" i migranti
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Mentre l'Italia e l'Europa tentano di contrastare le partenze dai Paesi africani per prendere in mano la gestione delle migrazioni e toglierle dal controllo dei trafficanti di esseri umani, le Ong creano vademecum per spiegare loro come destreggiarsi. Sul sito della Ong Welcome to Europe, infatti, sono stati caricati diversi manuali relativi ai vari Paesi, in cui si spiega per filo e per segno ogni passaggio, con anche smart tips tra detto e non detto per agevolare la richiesta di asilo. Per il nostro Paese le guide sono piuttosto dettagliate e sono state in parte realizzate dall'associazione Maldusa, una delle tante Ong no border. Al momento opera a Palermo e a Lampedusa, dove ha anche una barca per il recupero dei migranti, che però non ha ancora preso il mare.

Non far capire di essere un migrante economico

Tralasciando tutte le spiegazioni e il lungo elenco di contatti che viene fornito agli irregolari che arrivano in Italia, ci sono alcuni passaggi di queste guide che evidenziano più di altri elementi quale sia l'orientamento delle organizzazioni non governative. Nella guida "Welcome to Italy", che si rivolge direttamente agli stranieri, si trova un passaggio sconcertante: "Non rispondere ad eventuali provocazioni da parte della polizia". Testualmente, le Ong tentano di criminalizzare la polizia italiana, accusandola di muoversi in maniera scorretta nei confronti dei migranti irregolari che arrivano nel nostro Paese. Un addebito molto grave nei confronti delle forze dell'ordine, che da anni lavorano su doppi turni e in condizioni inadeguate per garantire le migliori condizioni di accoglienza per gli irregolari, anche quando il sistema è sovraccarico, come si è visto solo pochi giorni fa a Lampedusa.

E poi ecco un altro consiglio, che sottintende una precisa indicazione di azione: "Tieni presente che la povertà, i problemi economici e/o ambientali nel Paese di origine e la tua volontà di cercare lavoro in Italia non sono da soli validi motivi per chiedere protezione internazionale". Cosa significa questo? Che sembra consigliato agli irregolari, ma senza dirlo in modo esplicito, di non dichiararsi migranti economici. E non solo, perché per una strana coincidenza di tempistiche, nei giorni in cui veniva diffuso questo vademecum, tra i migranti si diffondevano indicazioni precise: non dire che si è partiti dalla Tunisia, non dire che si cerca lavoro in Europa, nascondere immagini del viaggio. Un caso? Forse sì, ma in questo modo si rischia di far accedere alle procedure di asilo, grazie alle Ong, anche chi non ne ha diritto. Perché la sola dichiarazione di partenza dalla Libia dà diritto alla protezione internazionale. E poi, risulta particolarmente difficile stabilire con certezza la provenienza dei migranti, visto che distruggono spesso i loro documenti prima di raggiungere l'Italia.

Dichiarare la minore età

Poi c'è un altro passaggio interessante in questi vademecum, che riguarda i sedicenti minori che arrivano in Italia. Si è già abbondantemente dimostrato che molti di quelli che dichiarano di avere meno di 18 anni, che ovviamente non viaggiano con i propri documenti, all'esame obiettivo sono adulti ben più grandi. Ma esiste anche in questo caso un non detto nei vademecum sponsorizzati dalle Ong, che evidentemente sono arrivati sulle coste africane. "È importante dire la verità e dichiarare di essere minorenne? In quanto minore straniero non accompagnato la legge prevede che non puoi essere respinto in frontiera e non puoi essere espulso dall’Italia", si legge nell'opuscolo interamente dedicato ai minori, o dichiarati tali.

Certo, viene scritto di dire la verità ma cos'ha da perdere un migrante che si dichiara minore e non lo è? Niente. Quindi tutte le specifiche agevolazioni che vengono puntigliosamente spiegate diventano obiettivi ambiti per chi ha più di 18 anni. Tanto, come viene spiegato, possono volerci anche mesi o anni prima dell'accertamento in Italia. E comunque, anche grazie alle loro associazioni, si può fare ricorso e guadagnare ulteriore tempo in Italia. Nell'opuscolo viene infatti sottolineato in diversi passaggi che "anche durante la procedura di accertamento dell’età hai diritto a restare in una struttura per minori".

Ma non solo, perché si ricorda pure che se al termine dell’accertamento, "nel caso ci sia scritto sul documento che potresti avere tra i 17 e i 19 anni (quindi indecisi tra la tua minore o maggiore età), dovrai essere dichiarato minorenne". Tutto con tanto di punto esclamativo.

Non è un invito diretto ma è evidente che anche gli ultra ventenni potrebbero tentare questa strada e comunque godere per mesi, o anni, delle condizioni agevolate da parte dello stato per i minori. E così l'Italia continua a essere il Paese di Bengodi, con tanti ringraziamenti alle Ong.

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