“Fuori Israele”. Anche alla Sapienza l’odio dei collettivi: tensioni all’università

Urla e spintoni degli studenti dei collettivi alla Sapienza di Roma dove stamane si è svolto il 'ControSenato' in segno di protesta per gli accordi con le università israeliane

“Fuori Israele”. Anche alla Sapienza l’odio dei collettivi: tensioni all’università
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Dopo Torino, anche l'università La Sapienza di Roma viene occupata dai collettivi studenteschi che protestano contro gli accordi con le università israeliane e chiedono le dimissioni della rettrice Antonella Polimeni. Il rettorato è stato occupato ieri sera e stamattina ci sono stati attimi di tensione tra gli studenti e gli agenti della Digos che si sono schierati davanti all'edificio.

I ragazzi di Cambiare rotta, al consueto grido di "Palestina libera" e "Siamo tutti antisionisti" hanno aggiunto cori contro le forze di polizia affinché agli 80 studenti già presenti dentro l'edificio potessero aggiungersene altri per partecipare al ControSenato. "La rettrice si retrae al confronto da mesi. Ogni volta c'è la Digos a impedirci di parlare anche all'aperto", dice a ilGiornale.it il ventenne Gianni (nome di fantasia). "Questo tipo di repressione è scandalosa ed è per questo che oggi abbiamo organizzato questo ControSenato", gli fa eco la sua ragazza. Nel mirino degli studenti ci sono gli accordi che La Sapienza ha stretto"con aziende belliche e le università israeliane complici del genocidio in corso" e la partecipazione al bando MAECI 2024 Italia-Israele. "Le università israeliane sorgono su territori occupati e offrono bonus agli studenti che vanno in guerra. Questo è intollerabile considerato che queste università, inoltre, contribuiscono allo sviluppo tecnologico dell'industria bellica colpevole del genocidio in atto in Palestina", dice una giovane studentessa dell'università. La rettrice, secondo i manifestanti, è la principale"responsabile dell'inserimento dell'accademia nella filiera bellica" in quanto membro del comitato tecnico-scientifico di Med-Or della fondazione Leonardo.

La Polimeni, accusata dai manifestanti di rifiutare il confronto al punto di aver chiesto alla Digos di impedire il loro ingresso nell'edificio, ribadisce "la più ferma condanna di ogni forma di violenza e di azione illegale e antidemocratica" e offre la disponibilità dell'Ateneo a discutere delle istanze degli studenti "purché queste giungano in modo condiviso attraverso la propria rappresentanza negli Organi e non ledano i principi democratici e i diritti e le libertà altrui". I ragazzi, da parte loro, rispondono con megafono in mano: "È assurdo che la Polimeni dica che siamo antidemocratici. È assurdo che ci siano così tanti agenti della Digos e che non ci facciano entrare" e assicurano che la loro protesta continuerà finché non saranno ascoltate le loro richieste. Sulla vicenda è intervenuta anche Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, per esprimere il suo sostegno sia alla rettrice della Sapienza sia al rettore dell'università di Genova, Federico Delfino, contestato per motivi analoghi.

"Sono azioni squalificanti che vanno ben oltre la libera manifestazione del pensiero o la protesta pacifica", dice la Berinini che aggiunge:"Le Università non sono zone franche dove si possono mettere in atto intimidazioni o compiere reati". Secondo il ministro "la violenza che alcuni collettivi stanno imponendo all'intera comunità accademica è intollerabile e vede come principali vittime proprio gli studenti".

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