Bologna, tenta di strangolare la moglie in auto davanti ai figli: arrestato tunisino

Prima le botte e poi il tentativo di strangolamento con la cintura di sicurezza: la donna si è salvata colpendo l'uomo con una bottiglia di vodka

Bologna, tenta di strangolare la moglie in auto davanti ai figli: arrestato tunisino
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Rischiava di trasformarsi in tragedia l'ennesima aggressione ai danni di una donna, che si è consumata a Bologna. Questa mattina, un uomo, un tunisino senza fissa dimora, era andato a prendere sua moglie, connazionale, e i quattro figli, di cui un neonato e tre adolescenti, per mangiare tutti insieme un gelato. Quando la donna si è resa conto che l'uomo risultava essere alterato a causa dell'alcol, ha tentato di scendere dall'auto ma a quel punto ne è nata una discussione violentissima.

Prima ha fermato l'auto e poi ha iniziato a picchiarla, tentando addirittura di utilizzare la cintura di sicurezza per strangolarla. Il tutto con i figli seduti sul sedile posteriore. La vittima è riuscita a divincolarsi colpendo il suo aggressore con una bottiglia di vodka trovata nella vettura, quindi ha tentato la fuga ma è stata raggiunta e ulteriormente picchiata dall'uomo, che le ha scaricato addosso tutta la sua rabbia colpendola ancora con dei pugni. Poi se ne è andato, lasciandola lì con i quattro figli. Sono stati alcuni passanti, notando la donna in evidente stato di choc e con i 4 figli al seguito vagare senza una meta.

I carabinieri sono arrivati in pochi minuti sul posto e hanno iniziato a raccogliere le testimonianze della donna, dei figli e di chi aveva eventualmente assistito alla scena, quando il tunisino è tornato e vedendo le divise ha aggredito anche loro. È stato così fermato per maltrattamenti in famiglia mentre la donna, che ha seguito delle percosse ha subito delle ferite al volto, ha rifiutato le cure dei sanitari arrivati in suo soccorso. Ha preferito rimanere con i figli, evidentemente sotto choc dopo aver assistito al brutale pestaggio da parte del padre nei confronti della madre.

Ai militari, poi, la donna ha raccontato che due anni fa aveva ottenuto l'assistenza dei servizi sociali, che proprio a causa delle continue percosse e maltrattamenti l'avevano collocata in una struttura protetta insieme ai

figli. Poi era iniziato io percorso di riconciliazione proposto dagli stessi assistenti sociali, che non molto tempo fa si era portato a un livello successivo, acconsentendo a incontri non protetti tra l'uomo e la famiglia.

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