"Video cancellati". Le rivelazioni sui depistaggi egiziani nel caso Regeni

Gli esperti di carabinieri e polizia scientifica hanno spiegato in tribunale che le registrazioni della sorveglianza della metro relative al giorno e all'ora della scomparsa del ricercatore friulano sono state rimosse

"Video cancellati". Le rivelazioni sui depistaggi egiziani nel caso Regeni
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Continuano a venire a galla nuovi tasselli del puzzle dei depistaggi egiziani collegati al caso della morte di Giulio Regeni, lo studente universitario italiano rapito e ucciso al Cairo nel 2016. Dalla testimonianza in aula dei consulenti tecnici dei carabinieri del Racis (Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche) e della polizia scientifica, è emerso che il file delle immagini del sistema di sorveglianza riferito al giorno della scomparsa del ricercatore friulano è stato cancellato.

Gli esperti hanno analizzato le registrazioni delle telecamere della stazione metropolitana di Dokki, l’ultimo posto in cui è stata agganciata la posizione del telefono di Regeni. “Dai dati che ci hanno consegnato le autorità del Cairo, abbiamo scoperto che del 25 gennaio 2016 non c'erano file video o immagini disponibili nel sistema”, hanno spiegato nell’aula Occorsio del tribunale di Roma. “In altri file, riferiti al periodo tra il 26 e il 29 gennaio si vedeva che la data di modifica era diversa da quella di creazione”. Dopo essere riusciti a recuperare le immagini di videosorveglianza della metro del 25 gennaio, giorno della sparizione di Giulio, i tecnici hanno trovato un “buco di 18-20 minuti, tra le 19.49 e le 20.08”.

Durante l’udienza del 21 maggio che si è svolta nella capitale per il sequestro, le torture e l’omicidio del dottorando italiano che vede imputati quattro agenti dei servizi segreti interni del Cairo, il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco ha anche riferito che il “teste Z”, egiziano, non potrà venire a testimoniare in Italia “perché teme per l'incolumità sua e della famiglia; quando in passato ha collaborato con la procura di Roma, è stato arrestato per diversi mesi proprio dagli imputati”. Nel corso delle indagini, il “testimone Z” aveva fornito agli investigatori elementi relativi ai depistaggi. Colaiocco ha spiegato che, tramite una mail, il teste ha “confermato quanto detto nel corso delle indagini preliminari” e ha chiesto di poter produrre e far acquisire agli atti del processo un audio registrato dal testimone.

“Tassello dopo tassello, stanno emergendo i depistaggi egiziani. Nell'udienza di oggi si è parlato della sparatoria che ha coinvolto la presunta banda criminale di cinque persone, che ovviamente non hanno a che fare con il sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio Regeni”, ha commentato l’avvocato Alessandra Ballerini, legale dei genitori del ricercatore. “Era stato il più sanguinoso depistaggio messo in atto dagli egiziani. Abbiamo assistito anche alla ricostruzione delle manipolazioni sui video.

Stiamo mettendo a fuoco sempre di più le responsabilità dei depistaggi e ci stiamo avvicinando alla verità”. L’avvocato ha anche sottolineato l’importanza di tutti i testimoni, in particolare quelli secretati “che hanno messo a rischio la propria vita per aiutarci ad avere giustizia”.

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