A seguire il loro ragionamento, la Liberazione sarebbe una cagata pazzesca. E no, non vogliamo offendere il sacrificio di tanti uomini e donne che hanno combattuto dopo l'8 settembre 1943, quando il nostro Paese si è spaccato in due in una crudele guerra fratricida. Ci riferiamo a un intervento fatto oggi all'Isis Carlo Volontè di Luino dove, per spiegare cosa significasse la "Liberazione" per gli italiani, è stato fatto il seguente esempio: immaginate di andare al McDonald e di mangiare dei Chicken McNuggets. Lo fate per tanti giorni di fila e non riuscite mai ad andare in bagno, fino a quando, il quinto giorno, ce la fate. Ecco - e così si conclude il sillogismo non proprio aristotelico - questa è la Liberazione. In pratica, una cagata pazzesca, appunto. Un'immagine terribile e poco adatta a descrivere la Resistenza.
Ma andiamo con ordine perché la situazione, oltre che grave, è pure seria. In occasione degli ottant'anni del 25 aprile, l'istituto ha chiamato lo storico dell'università dell'Insubria, il professor Antonio Maria Orecchia che ha parlato, in maniera obiettiva, de La prima Repubblica e gli Anni Settanta: dal «miracolo» alla «Strategia della Tensione» e de Gli «Anni di piombo», il terrorismo e la risposta della democrazia. Presenti anche la presidente dell'Anpi di Varese, Ester Maria De Tomasi, insieme ad altri due rappresentanti. Durante l'intervento, questi ultimi se la sono presa con le forze di polizia che hanno manganellato gli studenti che hanno manifestato a Pisa e, ovviamente, anche con il governo fascista. La solita retorica e i soliti cliché alternati da "Bella ciao" e canzoni della Resistenza. A livello giornalistico, quindi, non c'è la notizia. Che però arriva poco dopo quando, al termine degli interventi, prende la parola Samuel Balatri, 19 anni, ultimo anno di amministrazione finanza e marketing, vice presidente provinciale di Gioventù Nazionale e consigliere a Rancio Valcuvia. Afferma che la Liberazione vale più di qualche Chicken McNuggets bloccato a metà intestino come un turista estivo il 15 agosto in autostrada e che ci sono stati partigiani che hanno combattuto per la Libertà ed altri per sostituire una dittatura con un'altra. Apriti cielo. La presidente dell'Anpi, dopo aver ricordato il padre costretto a vivere l'orrore dei campi di concentramento e forse per questo emotivamente sbigottita, si stizzisce di fronte alla ricostruzione del ragazzo e sbotta: "Adesso io vorrei prenderti a sberle". Parole terribili, che hanno fatto subito intervenire l'Assessore alla Cultura di Regione Lombardia, Francesca Caruso: "Un simile linguaggio violento espresso peraltro da chi dovrebbe rappresentare i valori del dialogo democratico, è inaccettabile e sintomatico di un clima ideologico intollerante. I ragazzi vanno ascoltati e accompagnati, non intimiditi o minacciati. Da assessore e madre, provo sconcerto. Ma non basta – ha sottolineato l'assessore –. Durante questo incontro è stato il ragazzo stesso a dover difendere un Governo democraticamente eletto dagli italiani e le forze dell'ordine che ogni giorno tutelano tutti i nostri cittadini". La Caruso si è poi chiesta retoricamente: “E il centrosinistra non ha nulla da dire? Sempre pronto a salire in cattedra quando si tratta di dare lezioni di civiltà e pluralismo. Chi crede davvero nella libertà dovrebbe indignarsi, a prescindere dall’appartenenza politica. Mi auguro che l'Anpi nazionale prenda le distanze in modo netto e ne chieda le dimissioni".
Ora, la storia è storia. Così come i fatti. E pure le parole pronunciate dai presidenti della Repubblica, come Giorgio Napolitano, che ha detto: "La grande storia della Resistenza ha avuto anche ombre, macchie". Parlava dell'eccidio di Porzûs dove i partigiani rossi massacrarono quelli bianchi: "Le ragioni, quelle palesi e quelle occulte, per le quali alcuni partigiani garibaldini, membri della formazione legata al partito comunista italiano, uccisero altri partigiani della formazione Osoppo ci appaiono oggi incomprensibili tanto sono lontane l’asprezza e la ferocia degli scontri di quegli anni e la durezza di visioni ideologiche totalitarie". Un esempio, ma se ne potrebbero fare molti di più.
Perché la storia (e non il giudizio su di essa) non è mai in bianco e nero. È sempre fatta di scale di grigio difficili da comprendere. A meno che si voglia leggerla con gli occhi dell'ideologia. E l'Anpi in questo è maestra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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