'Ndrangheta, ex latitante al giudice: «Io fuggito? Sono giovane e avevo paura»

Il 26enne Antonio Perre, che lunedì si è consegnato ai carabinieri, è accusato di fare parte della cosca dei Barbaro-Papalia. Lui nega: «Ho sempre lavorato in maniera lecita»

Latitante? «Sono molto giovane ed ero spaventato». Ha respinto tutte le accuse Antonio Perre, il 26enne costituitosi lunedì dai carabinieri e arrestato con l'accusa di far parte della cosca della 'ndrangheta Barbaro-Papalia attiva nella zona di Buccinasco nel settore edile e del movimento terra. Perre, che era scampato all'arresto il 3 novembre 2009 nell'ambito dell'operazione Parco Sud, è comparso oggi davanti al giudice per le udienze preliminari Donatella Banci Buonamici per essere interrogato come da lui stesso richiesto. Il suo legale, l'avvocato Maria Teresa Zampogna, riferisce che si è difeso, giustificando la propria latitanza con la sua giovane età e la paura. Secondo la Procura, Perre, a partire dal 2006 avrebbe svolto il ruolo di «testa di legno» per Salvatore Barbaro in qualità di amministratore della Edil Company srl, permettendo al genero di Rocco Papalia di beneficiare delle commesse di lavoro della società. Avrebbe inoltre custodito ingenti quantitativi di armi e gestito la latitanza di soggetti provenienti dalla locride. Perre, invece, sostiene di aver mantenuto solo rapporti leciti.

Al termine dell'interrogatorio, il suo difensore ha chiesto un rinvio dell'udienza preliminare a carico del suo assistito e di una ventina di altri imputati come termine a difesa. Il pubblico ministero Alessandra Dolci ha depositato sette faldoni, producendo le carte delle altre inchieste sulle attività della cosca Barbaro-Papalia in Lombardia. L'udienza proseguirà il 30 settembre.

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