Voleva riscuotere in Comune il contributo assistenziale previsto per gli indigenti. Ma il rifiuto dell'impiegato lo aveva fatto infuriare al punto da devastare l'ufficio apposito e ferire tre impiegate. Ora per quello scatto d'ira M.P., un romano di 37 anni con diversi precedenti per rapina, furto, ricettazione e armi, rischia di essere processato con le accuse di lesioni gravi, minacce e danneggiamento aggravato. Il pubblico ministero Luca Palamara gli ha infatti notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, l'atto che generalmente precede una richiesta di rinvio a giudizio.
Ecco i fatti. Il giovane si presenta presso gli uffici del servizio sociale del Comune, XV gruppo, per chiedere il contributo che egli ritiene dovuto. Il cassiere comunale gli comunica però che il suo nominativo non risulta inserito nell'elenco degli aventi diritto a tale contributo perché non ha seguito i progetti previsti dal servizio sociale mirati alla risoluzione dei suoi problemi, in questo caso legati alla droga. L'imprevisto non è gradito da M.P., che comincia a spalancare le porte degli uffici dove sono al lavoro alcune impiegate del Comune, le quali vengono aggredite con inaudita violenza. Una di loro viene colpita dal monitor di un computer che M.P. le scaglia addosso. L'uomo non si calma. Continua a terrorizzare i dipendenti dell'ufficio e il pubblico presente. Prende una sedia e la tira contro un'altra impiegata, rovescia i tavoli, urla. Una terza impiegata, dopo essere stata aggredita, ha un malore e sviene. Si teme il peggio. Intervengono i colleghi della poveretta, ma non riescono a placare il folle. Nel frattempo qualcuno chiama il 113 e il pregiudicato fugge via. Verrà rintracciato dalla polizia perché era già noto ai dipendenti del Comune ai quali aveva già inoltrato numerose richieste per ottenere il contribuoto assistenziale.
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