Le memorie di Fritz Darges, uno degli ultimi assistenti personali di Adolf Hitler, potrebbero gettare una nuova luce sul coinvolgimento personale del fondatore del movimento nazista nella shoah. Lo riferisce un articolo del giornale inglese Daily Telegraph.
Alcuni storici, infatti sono convinti che il diario di Darges potrebbe fornire una prova definitiva del fatto che fu Hitler in persona a decidere lo sterminio di circa sei milioni di ebrei.
Sarebbe la prima prova di un suo intervento diretto. Ad oggi non esiste nessun documento che provi, in maniera inequivocabile, che la «soluzione finale» fu una decisione del dittatore nazista. Fritz Darges, che è morto lo scorso fine settimana a 96 anni, era un membro della cerchia dei fidatissimi di Hitler durante gli anni del secondo colflitto mondiale. Come responsabile delle SS, Darges presenziava a tutte le principali riunioni politiche e militari del Fuehrer. «Io dovevo essere sempre pronto per lui, ad ogni conferenza, a ogni incontro. Tutti noi sognavamo una grande impero tedesco. Per questo mi ero messo al suo servizio e lo rifarei», ha dichiarato in una intervista a un giornale tedesco poco prima della morte.
Ma questo legame strettissimo, che durava dal 1940 quando Darges entrò ufficialmente nello staff personale del Fuhrer, si infranse nel luglio 1944.
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