Non tutto il male gli potrebbe nuocere. Luca Bianchini, per cavarsela, al momento ha due strade di fronte a sé: o il secondo test del Dna lo scagiona, ed è unipotesi possibile ma non certo probabile, perché ci troveremmo di fronte a un clamoroso errore nellelaborazione dei campioni, o la perizia psichiatrica ne decreta linfermità mentale. Cioè lo dichiara «pazzo», per usare la stessa parola evocata ieri dal suo avvocato. Se dovesse prendere corpo questa seconda ipotesi, il catalogo degli orrori ritrovato nel doppio fondo di un cassetto nel suo appartamento, anziché nuocergli potrebbe giovargli, appiccicandogli addosso proprio quelletichetta di devianza di cui avrebbe bisogno. Perché possedere pupazzi per eseguire riti vudù e ricette per creare «lo scudo per ottenere lamore» non sono esattamente indizi di una lucidità invidiabile, di un comportamento privo di zone dombra.
Certo, a quel punto bisognerebbe spiegare come il «Luca uno», quello educato, gentile, lucido e impeccabile, potesse convivere con gli «attrezzi del mestiere» del «Luca due», lo stupratore folle che agisce di notte e aggredisce le sue vittime sempre secondo lo stesso schema, ma è un problema che al momento nessuno sembra porsi. Anzitutto non se lo pone la difesa che, è probabile, queste ipotesi preferisce lasciarle da parte, per tirarle fuori al momento opportuno. Ora come ora, ed è un atteggiamento ineccepibile a livello formale, bisogna cavalcare la tesi innocentista, quella dellequivoco, dellabbaglio della giustizia grande così. «Mi è sembrato molto combattivo nel voler dimostrare la sua innocenza - ha detto ieri Giorgio Olmi, il legale che difende il presunto stupratore - potrebbe trattarsi di un errore, di un caso come quello della Caffarella».
Limperativo categorico, mentre gli inquirenti continuano ad affastellare uno sullaltro indizi che confermerebbero la sua colpevolezza, andando anche a riaprire fascicoli archiviati da più di dieci anni, è quello di mantenere alta la coerenza logica in ogni scelta, anche quella che in un osservatore disattento potrebbe destare qualche perplessità o non essere immediatamente comprensibile. Per esempio ieri, dopo linterrogatorio di garanzia in cui ha ribadito fino a sfiancarsi di non avere nulla a che fare con questa brutta storia, Bianchini ha accettato di buon grado la decisione di restare dietro le sbarre, senza che nemmeno facesse capolino un tentativo timido di ottenere i domiciliari.
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