È una situazione molto ingarbugliata. Di fatto il caso diplomatico è già nato». Sono le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a riassumere il caso dei marò italiani accusati da New Delhi della morte di due pescatori indiani al largo del Kerala. Portati ieri davanti al giudice di Kollam. K.O. Joy, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, si sono visti confermare il fermo di tre giorni, al 23 febbraio, periodo necessario alle autorità indiane per superare la sospensione delle procedure per una festa indiana. Tra quarantott’ore il giudice rivedrà i militari che rischiano l’ergastolo o, addirittura, la condanna a morte. Sempre che sia la legge indiana a giudicarli e non, come sosterrà la loro difesa, quella internazionale.
Il governo italiano è intanto in piena attività diplomatica e fa pressing per risolvere in tempi rapidi la crisi. Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha ribadito che esistono «considerevoli divergenze» sulla versione dei fatti, e ha auspicato una «maggiore collaborazione» con il governo di New Delhi. L’auspicio dell’Italia, ha spiegato il ministro, è che «si possa avviare una collaborazione concreta nell’indagine e nella comparazione di dati», «sia a livello federale sia a livello di Stato del Kerala» perché vi sono elementi finora non considerati «da entrambi i livelli di governo». Il governo resta comunque fermo sulle sue posizioni: i marò godono dell’immunità e la giurisdizione dell’incidente - ha ribadito ancora ieri il ministro della Giustizia, Paola Severino - è esclusivamente dell’Italia perché «i rilevamenti satellitari provano che la nave battente bandiera italiana era in acque internazionali». Ma Terzi non nasconde che la vicenda è «complessa» anche perché in Kerala sono in corso elezioni politiche e amministrative che potrebbero influire sull’indagine e sulle autorità giudicanti.
In effetti il clima nello stato indiano si sta scaldando: ieri, dinanzi alla residenza del giudice, lavoratori dello Youth Congress e del principale partito della destra, il partito nazionalista indù Bharathya Janata Party, hanno inscenato una protesta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.