Nel Pdl spuntano i rottamatori, ed è già guerra coi big

Rivolta dei 30enni del Pdl dal web alle piazze: sabato raduni a Pavia e Bologna. I giovani: "Formattiamo il partito, è come un pc pieno di virus". Contro-protesta dei "Seniores"

Rottamare i brontosauri del Pdl. Di più, formattare il partito, come si fa con l’hard disk del pc quando è ormai pieno di virus. La prima notizia è che i giovani del Pdl si sono stufati di fare gli «yes-boys», «e abbiamo aspettato pure troppo, a giudicare da come vanno le cose». La seconda è che fanno la rivoluzione. Dicono le cose di Beppe Grillo, il guru della Rete: «Sul web parliamo più noi con la gente che voi nelle vostre polverose stanze». E pure quelle di Matteo Renzi, il rottamatore: «Siete morti e non lo sapete». Però guai ad accostarli al sindaco di Firenze, perché: «Qui i rottamatori sono i nostri dirigenti, che stanno distruggendo il partito».

Loro, spiegano, non vogliono distruggere, ma far sapere a lorsignori notabili del partito che là, sotto alle macerie del Pdl, il Pdl 2.0 esiste già. Ha il volto senza rughe di Andrea Di Sorte (foto a sinistra), 28enne assessore di Bolsena, che su Twitter ha dato vita a un gruppo che è già un programma politico: «Formattiamo il Pdl». E dà uno scossone partendo dalle fondamenta, con sindaci e consiglieri come Roberto Ricco, presidente di circoscrizione a Modena (a destra). Domani Di Sorte riunirà i formattatori a Pavia, perché qui c’è il sindaco Pdl più giovane d’Italia, Alessandro Cattaneo, 32 anni. Sempre domani, Ricco chiama all’adunata in piazza a Bologna: ha intitolato l’iniziativa «Fuori!», riferito tanto per cominciare «alla vecchia politica», e darà il microfono a chiunque vorrà dire cosa non va e fare proposte.

La data dei due eventi coincide ed è un caso. E però alle 17 ci sarà un collegamento video fra Pavia e Bologna, perché gli obiettivi sono gli stessi: candidati con la fedina penale pulita, una classe dirigente «dei migliori» scelta con le primarie, che non abbia le forme procaci di Nicole Minetti né il volto usurato di Beppe Pisanu, ché, s’infervora Di Sorte: «Le pare normale che come dev’essere il partito ce lo debba dire uno che quando io nascevo, nel 1983, era già sottosegretario all’Economia, ed è fra gli artefici del debito pubblico?».

L’urgenza di cambiare, dice Ricco, si avverte tanto più qui, nell’Emilia che fu rossa e ora è un po’ grillina: «Il sistema del Pd, fatto di incastri fra politica e coop, sta crollando. Ma noi non abbiamo la forza di insinuarci negli ingranaggi, perché passiamo troppo tempo ad abbaiare in tv invece che fra la gente, perché pensiamo a garantirci la cadrega invece che a fare proposte serie». È un ritorno al passato della politica «porta a porta», non a caso a Bologna ci saranno amministratori da tutto il Nord. Ma è allo stesso tempo un ritorno al futuro, quello delle piazze virtuali, là dove, dice Di Sorte: «A Pavia non ci sarà un foglio di carta, solo tweet». Anche Angelino Alfano lo hanno invitato via Skype, e «solo perché è da lui che vogliamo risposte», perché per il resto «questa non sarà una passerella».

Infatti, spiega Piero Tatafiore, già organizzatore dei Circoli del buon governo, gli altri invitati li hanno selezionati in base ai meriti, da Mariastella Gelmini perché «ha fatto una riforma basata sulla meritocrazia», a Guido Crosetto «perché ha il coraggio di andare controcorrente», da Massimo Corsaro perché «non ha mai fatto distinzioni fra An e Forza Italia», a Mario Valducci «perché è il solo a credere nelle primarie».

I «brontosauri» si sono agitati. Ieri in Transatlantico il deputato pavese Gian Carlo Abelli consigliava tutti di non presentarsi, tanto che Crosetto a un certo punto ha scritto su Twitter: «Se continuano a stressarmi perché non vada a Pavia mi porto la tenda e dormo là». Soprattutto, nello stesso giorno si riuniranno a Milano, con un convegno intitolato orgogliosamente «Seniores Pdl», i big come Ignazio La Russa, Roberto Formigoni e lo stesso Alfano. Dice Di Sorte: «Diamo fastidio, ma preferiamo morire sul campo piuttosto che affacciati alla finestra». Ma pare abbiano già un fan eccellente.

Silvio Berlusconi, loro non l’hanno invitato. Anzi, dicono che «ci ha portati fin qui, ma ora deve fare il padre nobile». Ma il Cav, così affascinato dal movimentismo da pensare a un listone sganciato dal Pdl, potrebbe presentarsi a Pavia.

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