«Nella mia carriera non c’è solo fortuna Ora fidatevi di noi»

Il ct Lippi replica così alle critiche dopo la deludente prova di Larnaca

«Fidatevi di noi, siamo gli stessi di Duisburg. Siate pure pessimisti, io ho una fiducia doppia nel mio gruppo». Prima di maledire il destino (pallone sbattuto sul prato per l’infortunio al polso sinistro toccato a Gattuso), Marcello Lippi sceglie la mozione dei buoni sentimenti per mettere al riparo i suoi e la nuova avventura azzurra dalle stoccate della critica. «È solo questione di tempo e di condizione fisica, torneremo a fare bene», la sua sicurezza di cemento armato prende le mosse da una elementare obiezione. Che si può così tradurre: di questi tempi il calcio italiano è in grave ritardo. Lo è con i club nella Champions League, lo è con le grandi in campionato, lo è con la Nazionale, di conseguenza. «Anticipare la data d’inizio del campionato non è impossibile. In agosto ormai le nostre squadre giocano talmente tante amichevoli importanti, quelle internazionali o trofei tipo il “Luigi Berlusconi” che basterebbe anticipare di due settimane il via della serie A. Giocando in notturna, per risolvere eventuali problemi legati al clima» la riflessione articolata del ct che non vuole nascondersi dietro un banale alibi, «è un semplice dato di fatto», insiste rovistando nella sua memoria di tecnico di Juve e Inter. «Nei primi turni di Champions ho sempre trovato difficoltà e non so se dipenda dalla struttura fisica dei nostri calciatori o dai rivali che sono veloci e scattanti» il precedente esibito, l’eliminazione con l’Inter ancora gli brucia.
A fidarci, ci fidiamo, ci mancherebbe. Non si può bruciare in una notte la magia del mondiale 2006 che ancora luccica. Il punto è la dose di rinnovamento fin qui realizzata: è sufficiente? Lippi avvia la fatale discussione con una battuta: «Se si continua a giocare come a Cipro mi sa che sarà un altro a gestire questo rinnovamento». Segno che avverte il disagio della falsa partenza e anche il fastidio per una serie di riflessioni. Tipo quella legata allo stellone.
«Non mi dispiace affatto se la gente pensa che io sia fortunato. A Cipro lo sono stato. Nella mia carriera ci sono state molte partite in cui ho vinto con buona sorte ma ce ne sono state altre in cui c’era molto altro» la risposta per niente appuntita. Ingentilita da un altro dato statistico: alla terza finale di Champions persa si definì «perdente di successo». Il vero problema, per il ct, è dunque solo la condizione. Dunque è una questione di tempo e gli affanni traditi a Larnaca spariranno magicamente. «L’obiettivo è qualificarsi senza soffrire come a Cipro», la sintesi che sarà sottoposta a immediata verifica mercoledì sera, a Udine.
La fiducia sull’Italia di Germania non è assoluta e indiscriminata, parole e musica di Marcello Lippi. Basta ripercorrere, ad esempio, le sue mosse principali per capire che il cambiamento è già sotto gli occhi della Nazionale. Magari passa inosservato perché numericamente minuscolo. «In difesa non ho mai avuto la possibilità di chiamare Chiellini infortunato, Gamberini in pratica non l’ho mai avuto se non per due minuti a Larnaca, altri due giovanotti, come Montolivo e Giuseppe Rossi, avrebbero dovuto esserci se non fossero risultati infortunati e perciò non convocabili» il riepilogo delle puntate precedenti, offerto ai critici per documentare la sua voglia, concreta e misurata, di rinnovamento rispetto al 2006. Fiducia allora al gruppo oltre che allo schieramento nonostante i tormenti patiti a Cipro, per gli infortuni e non solo. «Cambierò molto, era già programmato. Giocare 2 partite in 3 giorni in questo periodo non è il massimo» la spiegazione passata dal ct che non vuole però rinunciare all’idea, stravagante per l’epoca, non per il rivale, di schierare il tridente in attacco. Magari questa volta aperto al contributo di Del Piero oltre che di Di Natale.
«Una parte dell’incontro possiamo giocarla con 3 attaccanti» è l’indicazione passata dal ct prima di prendere nota del ko di Gattuso e delle modifiche dei suoi piani (il milanista, già entrato a Cipro, avrebbe dovuto giocare a Udine fin dall’inizio con De Rossi e Aquilani magari).

In difesa, senza altre aggiunte all’elenco originario dopo la perdita secca di Gamberini e Grosso, si può ipotizzare l’utilizzo di Dossena, appena trasferito da Udine al Liverpool. L’azzurro, alla seconda chiamata dopo il battesimo di Nizza, rischia di diventare uno dei primi da portare in Sud Africa.

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