Nessun ligure in Finmeccanica? Chissenefrega

Nessun ligure in Finmeccanica? Chissenefrega

(...) anch’essa onorifica, sia per chi la riveste, sia per gli oneri dello Stato che deve versare lo stipendio.
Non basta: il problema della Liguria, semmai, con la nuova riogranizzazione di Selex, potrebbe essere lo squilibrio delle provenienze da Elsag a favore di quelle di Datamat, con il rischio che la componente romana dell’azienda abbia il sopravvento su quella genovese e che la professionalità Elsag sia svuotata da Selex. Insomma, questi sono i veri problemi, non una poltroncina in più o in meno.
Ma anche ponendo, con un ragionamento di scuola, che i consiglieri di amministrazione contino moltissimo e siano decisivi per la sorte delle società loro affidate, posso dire che non ho mai sentito un discorso più provinciale di quello che dice: «Perchè ci sono così pochi liguri?», magari misurando il tutto con il fixing del potere scajoliano di giornata. Detto con un termine tecnico, chissenefrega.
A me, personalmente - se, ragionando per assurdo, i consiglieri di amministrazione delle holding e delle partecipate avessero un potere - interesserebbe sapere se questi sono bravi o no. Non dove sono nati. E, in questo, per una volta, condivido il discorso della deputata dell’Udc ed ex del Pdl Gabriella Mondello che ha detto: «Non sempre l’appartenenza al territorio assicura il massimo impegno. Quello che serve alla Liguria è competenza, voglia di fare e superare il difficile momento congiunturale». E ancora: «È importante che a capo delle grandi società ci siano persone dotate di esperienza e capacità di relazioni internazionali che possano garantire importanti risultati». Perfetto, quelle di Gabriella sono le mie parole. Poi, certo, si può discutere il suo titolo a dare lezioni su qualsivoglia tema dopo avere preso i voti da una parte, proprio come Musso, per portarli altrove. Ma questa è un’altra storia.
Eppure, c’è anche chi si è scandalizzato. Ad esempio, Gino Morgillo, vicepresidente pidiellino del consiglio regionale, che c’è rimasto proprio male: «È gravissimo quello che è accaduto con le nomine di Finmeccanica: per la prima volta da quando esiste questo gruppo, un ligure non siederà nel consiglio di amministrazione della holding». Gravissimo, bum! Poi, Morgillo aggiunge: «Il governo continua a manifestare scarsa attenzione per i liguri e anche noi esponenti con cariche istituzionali iniziamo a non avere più argomenti per difendere queste scelte sbagliate».
Ecco, qui devo dire che Morgillo - un amico e uno che ha il coraggio di puntare sui giovani, coraggio inedito in tante altre zone della Liguria - ha alcune ragioni e, come spesso gli accade, è l’unico a dire cose non scontate. Insomma, Morgillo è un politico che ha il coraggio di fare il politico. Però, come spesso parimenti gli accade, cade sui particolari. Cioè ha ragione sul contesto, ma non sul testo: il consigliere di amministrazione ligure di Finmeccanica c’entra come i cavoli a merenda con i temi sollevati da Gino.
C’è chi fa peggio, però. E sono vertici del Pd, che ci si mettono addirittura in due per esercitarsi sul tema, «senza un ligure cosa succederà». Lorenzo Basso, segretario regionale e il suo vice Giovanni Lunardon, usano i termini dell’allarme democratico e dell’inaudita gravità di veltroniana memoria, con parole di fuoco: «La mancata nomina di esponenti liguri nel consiglio di amministrazione di Finmeccanica è la dimostrazione dell’ostilità del governo verso la Liguria e Tremonti ha preferito la lottizzazione a favore della Lega piuttosto che il riconoscimento del territorio ligure». Nientepopodimeno.
Ma Basso e Lunardon vanno oltre, vedove inconsolabili dei bei consigli di amministrazione con Mario Margini, tipo Ansaldo Energia, dove l’assessore comunale fu indicato forte delle sue competenze, alcune delle quali scaturiscono anche dal suo diploma di scuola media inferiore. «Non succedeva da quasi vent’anni - tuonano Basso e Lunardon - Ma Genova e la Liguria evidentemente dal governo non possono aspettarsi nulla di buono. Si tratta di un fatto gravissimo». Gravissimo! «Non è la prima volta che gli interessi geopolitici della Lega penalizzano la Liguria». Non è la prima volta! E ancora, con sprezzo del ridicolo: «Ormai è chiaro che questo è un governo ostile alla Liguria e in cui la classe dirigente del centrodestra non è minimamente in grado di rappresentare gli interessi concreti e legittimi del sistema territoriale ligure». Ormai è chiaro!
A questo punto, ho letto e riletto e poi mi sono stropicciato gli occhi.

Ma stiamo parlando dello stesso partito che ha messo nelle sue liste liguri (e parliamo di liste elettorali, non di consigli di amministrazione) la Melandri, Garofani, Lusi, Fassina, che hanno come unico legame con la regione la parola «Liguria» sotto la dizione «regione di elezione» sugli atti parlamentari (Fassina, peraltro, nemmeno quello, ma solo la candidatura)? Stiamo parlando dello stesso partito che, nello scorso governo Prodi bis, composto da più di cento membri fra ministri, viceministri e sottosegretari è riuscito a infilarcene solo uno, peraltro bravo come il sottosegretario alla Difesa Lorenzo Forcieri?
Ecco, se stiamo parlando dello stesso partito, consiglierei agli esponenti del Pd il silenzio.

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