Roma - L’Italia non poteva fare altrimenti. Una volta che l’Onu si è pronunciata a favore dell’intervento in Libia, il nostro paese non poteva rischiare di rimanere ai margini e subire solo le conseguenze di quanto deciso da altri. Soprattutto in vista dell’emergenza immigrati e profughi. Nel corso del consiglio dei ministri straordinario il premier Silvio Berlusconi ha ribadito i motivi che hanno spinto l’Italia a prendere parte alla missione e ha ricucito con il leader leghista Umberto Bossi.
Il governo deve restare unito Il governo deve restare unito, avrebbe spiegato il premier, per fronteggiare gli sviluppi di una situazione delicata. Per questo il capo dell’esecutivo ha incontrato prima della riunione del consiglio dei ministri il titolare del dicastero alle Riforme che nei giorni scorsi aveva marcato la distanza del suo partito sull’accelerazione di venerdì scorso. Ma, sia fonti del Carroccio che del Pdl, assicurano che non c’è alcuno strappo tra il presidente del Consiglio e il Senatur. Anche se, viene sottolineato, la Lega Nord oggi in consiglio dei ministri è tornata ad esprimere le sue perplessità e ad auspicare un voto del Parlamento su una risoluzione molto dettagliata che serve a "mettere i puntini sulle i" per tutelare il nostro paese. A metà riunione, dopo che il Carroccio ha ribadito la sua posizione, il Senatur ha lasciato Palazzo Chigi. Nella riunione di governo, vari ministri sarebbero tornati a insistere sulla necessità che sia la Nato ad assumere il comando e il coordinamento delle operazioni. Il premier avrebbe inoltre spiegato che gli aerei italiani vengono utilizzati solo per missioni volte a neutralizzare i radar, posizione che è stata illustrata agli alleati.
Il comando alla Nato "Noi riteniamo che il comando delle operazioni in Libia sia opportuno che passi alla Nato e altri la pensano come noi, perchè la linea di comando della Nato è collaudata e perchè il controllo di qualità degli interventi avverrebbe in modo più chiaro e trasparente", ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, al termine del Consiglio dei ministri. Quelle con la Lega sull’intervento in Libia, invece, La Russa non vuole chiamarle "incomprensioni". "Loro hanno espresso posizioni senza frapporre particolari ostacoli - ha spiegato il titolare alla Difesa - quando c’è chiarezza e lealtà si possono avere posizioni non proprio coincidenti". Per La Russa, dunque, "l’importante è che non diventino mai un contrasto. E non lo sono mai diventate".
Al lavoro la diplomazia italiana Intanto dopo le prime ondate di raid aerei sulla Libia, si agita il fronte diplomatico. Nell’Ue crescono le pressioni perchè sia la Nato ad assumere il comando dell’operazione. Alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue a Bruxelles, che ha approvato una terza tornata di sanzioni contro il regime libico, il titolare della Farnesina, Franco Frattini, ha auspicato che sia l’Allenza atlantica a guidare le operazioni militari. Serve "un approccio più coordinato sotto la Nato, perchè ne ha le capacità", ha spiegato. "Altri Paesi della coalizione la pensano come noi - gli ha fatto eco da Roma il minisro ella Difesa, Ignazio La Russa - ma su questo non c’è una totale condivisione. La linea di comando della Nato è collaudata, gli assetti sono già prestabiliti e determinati.
La qualità degli interventi avverrebbe in maniera più chiara e trasparente". Frattini ha anche proposto che l'Unione europea, l'Onu, la Lega araba e l'Unione africana promuovano un dialogo nazionale di riconciliazione in Libia, che tenga conto dei gruppi tribali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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