«Niente tasse, il Paese è al sicuro»

RomaE ora, sotto con la «fase 2». Rientra soddisfatto da Bruxelles Franco Frattini. Non solo le misure varate dall’Ecofin appaiono «un potentissimo deterrente» contro le manovre speculative messe in atto contro l’euro, ma i 27 si son detti tutti d’accordo nell’accelerare le misure di una nuova governance dell’economia, con lacci e lacciuoli da mettere a punto per chi gioca sui mercati del continente, sperando di affossare la moneta unica.
Aspettiamo fiduciosi. Ma intanto ci dica signor ministro se il piano d’urto da 750 miliardi messi in pista può bastare...
«Be’, la prima risposta è stato il volo delle Borse europee. Il che non significa naturalmente che si possa abbassare la guardia, dato che gli attacchi speculativi non è che spariscano in un’ora. Il passo successivo è rispettare l’impegno comune a mantenere e non accrescere i deficit accumulati. Gli Stati membri della Ue devono assumere posizioni assolutamente rigorose in tema di spesa pubblica. La Grecia com’è noto, l’ha già fatto. Negli incontri di questi giorni Portogallo e Spagna hanno fornito assicurazioni che si muoveranno allo stesso modo. Se accanto alle misure prese per spegnere l’incendio si cerca di concretizzare misure per evitare la sua ripresa... ».
... il più sarebbe fatto. Certo. Resta il fatto che alcuni Paesi come la Gran Bretagna si sono chiamati fuori dal corpo dei pompieri. Il che non è certo un gran bel segnale. O no?
«In mancanza di un governo e in presenza della tradizionale difesa della sterlina, non è che ci aspettassimo nulla di diverso. È importante però che Londra abbia dato il suo via libera, cosicché nessuno si è tirato fuori. Aspettiamo ora che la Gran Bretagna passi ai fatti dopo le parole della campagna elettorale. I conservatori hanno detto che non intendono fare passi avanti sull’integrazione, ma anche che non faranno passi indietro. E comunque credo che un’azione contro la speculazione internazionale interessi anche loro, dato che potrebbe essere la sterlina il prossimo obiettivo di quegli ambienti».
Ma si faranno passi in questa direzione? Sono mesi che se ne parla, ma a essere onesti si resta tuttora al palo delle dichiarazioni...
«Tremonti ha fatto un discorso molto chiaro, seguito con grande attenzione: c’è urgenza, ha detto, di nuove regole. Dopo l’Italia, anche Francia e Germania hanno insistito su questo e hanno trascinato il resto della compagnia. E a sostegno del nostro ministro ha giocato anche la presa di posizione di Obama - che si è mostrato un vero amico dell’Europa - il quale ha insistito molto con la Merkel per il varo dei provvedimenti e s’è impegnato anche lui a definire al più presto nuove regole per i mercati finanziari».
Tra i cittadini comuni c’è comunque la sensazione che Ue e Banca centrale europea abbiano sottovalutato la drammaticità dei conti greci. Che ne dice, Frattini?
«La Bce non ha poteri contabili. Il problema vero è che i conti forniti da Atene non corrispondevano alla verità. Di qui la necessità di una nuova governance della spesa pubblica, ma anche di un ripensamento su altri terreni. Pensiamo agli istituti di rating, a quelli che hanno dato fino all’ultimo un 10 e lode a Lehman Brothers. Sono davvero idonei alle nostre esigenze? Valutazioni, controllo e monitoraggio dell’euro dovrebbero essere affidati a fonti che credo Tremonti abbia già in mente di indicare a breve nell’eurogruppo e a tutti i 27 membri della Ue».
Ma il rigore di bilancio assicurato da tutti i Paesi Ue, sarà davvero rispettato? E per quel che ci riguarda dobbiamo forse aspettarci nuovi salassi?
«No, le tasche degli europei non saranno toccate dalle misure assunte: si tratta di garanzie che non costeranno in termini di deficit. I 750 miliardi di euro non è poi detto si debbano usare per forza. Per quel che ci riguarda non vedo all’orizzonte né inasprimenti fiscali, né manovre che possano danneggiare la nostra ripresa. La verità è che ci siamo mossi ben prima degli altri, due anni fa, con la riforma delle pensioni dei cui risultati tutti ci hanno dato atto. E non è tutto... ».
Cosa manca?
«Se lo ricorda quando Tremonti ci ha obbligati a un grande rigore? L’opposizione strepitava, e anche all’interno della maggioranza non mancavano uno o due che volevano uno “spendi e spandi”.

Avevamo ragione noi: governo e maggioranza non hanno voluto aumentare la spesa pubblica. E oggi possiamo essere tranquilli sul fatto che ci sarà una legge finanziaria che potrà ridurre ulteriormente il deficit, ma senza per questo imporre nuove gabelle ai cittadini».

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