Il no di Arese e Brianza: «Qui non abbiamo posto»

«L’ex Alfa Romeo è un’area commerciale»

I cittadini di Milano di moschea non ne vogliono sentir parlare. E anche in Brianza piovono no da tutti i Comuni. «Nella nostra città – racconta Giampiero Mariani, sindaco di Desio - aree per edificare strutture religiose non esistono. Lo stabilisce il piano regolatore». Anche l’ennesimo tentativo dei devoti di Allah è naufragato. Qualche anno fa, i rappresentanti della numerosa comunità pachistana si erano addirittura messi in testa di acquistare il Paladesio, una volta tempio del basket locale capace di ospitare fino ad ottomila persone. Volevano «creare» il luogo di culto per gli islamici di Milano e provincia. Il Comune aveva definito la proposta «folle». La Lega Nord era addirittura scesa in piazza, organizzando una fiaccolata. L’eurodeputano Mario Borghezio a gridare il «no» alla proposta degli islamici, che avevano già avviato una raccolta di fondi per «trattare» l’acquisto dell’impianto sportivo.
Se il capitolo moschea a Desio è chiuso, continuano le polemiche a Macherio dove il sindaco alla guida di una coalizione di centro sinistra è possibilista, nonostante le durissime polemiche che arrivano dagli abitanti della zona e da Lissone, la città confinante, dove gli esponenti del Carroccio, sindaco Ambrogio Fossati in testa, hanno dato vita ad una serie di vivaci proteste. Un no secco arriva pure da Giacinto Mariani, primo cittadino di Seregno in quota Carroccio. A stroncare le voci su una possibile moschea nell’ex area Alfa Romeo è il sindaco di Arese, Gino Perferi: «No, qui non si fa», taglia corto.

«Voglio dirlo con chiarezza - precisa il sindaco -. L’area dell’Alfa Romeo è destinata alla produzione, all’attività di logistica e alle attività commerciali. Tutto il resto, islamici compresi, non è evidentemente contemplato nell’accordo di programma».

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