Il "no" della Gran Bretagna fa saltare l'accordo a 27: nasce la Ue a due velocità

I paesi dell'Eurozona, più sei volontari, vanno avanti ugualmente e trovano un'intesa su vincoli di bilancio e riforma del Fondo salva Stati. Scontro tra Cameron e Sarkò

Il "no" della Gran Bretagna  fa saltare l'accordo a 27:  nasce la Ue a due velocità

"La decisione di rifiutare la proposta di riforma dei trattati è stata difficile, ma buona". Il primo ministro britannico, David Cameron, non fa nemmeno un passo indietro. Anzi, conferma: "Per la Gran Bretagna è stato meglio essere fuori perché ciò che è uscito non è nel suo interesse". Sul rafforzamento della governance economica è saltato l'accordo a 27. Adesso si dovrà andare avanti a due velocità: 17+ 6. Dopo una maratona negoziale durata oltre nove ore, i leader dell’Eurogruppo non sono riusciti a superare le resistenze della Gran Bretagna che, a detta del presidente francese Nicolas Sarkozy, aveva posto "condizioni inaccettabili" per potere accettare una riforma dei Trattati a 27.

"Nel breve termine - ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy - abbiamo concordato un’azione immediata per superare le attuali difficoltà, attraverso un aumento delle nostre risorse finanziarie". I Paesi dell’Eurozona e gli altri Stati membri renderenno, infatti, disponibili risorse aggiuntive per 200 miliardi di euro all’Fondo monetario internazionale (Fmi). Non solo. La leva del Fondo salva Stati sarà rapidamente resa operativa e il Fondo permanente entrerà in vigore nel luglio dell'anno prossimo. Per quanto riguarda il lungo periodo, Van Rompuy ha fatto sapere che è stato raggiunto un accordo su un nuovo patto di bilancio per l’Eurozona basato su "nuove, forti regole di bilancio": dal maggiore automatismo delle sanzioni all’introduzione in Costituzione della norma sul pareggio di bilancio, fino alla presentazione alla Commissione da parte degli Stati membri delle bozze di bilancio.

"Se l’accordo sulla sostanza è stato ampio, meno lo è stato sulla forma «per renderlo solennemente vincolante", ha ammesso il presidente del Consiglio europeo sottolineando come nell’Ue non sia "mai facile parlare degli strumenti legali". A questo punto si procederà con un accordo intergovernativo dei 17 Paesi membri dell’Eurozona, più sei. Ci sono poi altri due Stati, la Repubblica Ceca e la Svezia, che non hanno ancora un mandato a partecipare. "Noi avremmo preferito un accordo a 27 - ha detto con disappunto Sarkozy in una conferenza stampa a Bruxelles - ma questo non è stato possibile tenuto conto della posizione dei nostri amici britannici, che hanno posto condizioni inaccettabili per tutti gli altri Paesi". Ma la Gran Bretagna - per il momento - non farà certo un passo indietro. Questa mattina Cameron ha ribadito che "gli interessi britannici dentro l'Unione europea devono essere protetti".

Secondo il primo ministro inglese, infatti, il nuovo patto di bilancio avrebbe messo in discussione la libertà di scambio: "Non potevo presentarmi in parlamento con questo tipo di accordo". In cambio dell’accettazione delle nuove regole, Londra aveva chiesto deroghe soprattutto nella sorveglianza del settore finanziario. Una richiesta che i leader dell'Eurotower hanno ritenuto inaccettabile.

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