Il noleggio occasionale? Era ora

POLEMICHE SUL DL LIBERALIZZAZIONI Di Manno (presidente Ainud): "Si è fatta falsa informazione paventando catastrofi. Non è così". Un operatore: "Se le aziende non sono capaci di offrire qualità meglio che chiudano". Navi da diporto, Adesso l’armatore extra Ue non ha l’obbligo di issare bandiera italiana

Il noleggio occasionale? Era ora

Immaginate che cosa sarebbe successo se l’associazione degli albergatori avesse preteso il divieto di affitto per le seconde case. Invece, non solo chiunque può ammortizzare l’investimento locando l’abitazione quando non lo usa, ma può beneficiare di un’imposta agevolata e, volendo, può allestire un bed & breakfast. Nella nautica il divieto era assoluto. Non solo, per condurre le unità destinate al noleggio era necessario un titolo professionale mutuato da quello di portacontainer e petroliere. Qualcosa da far impallidire i privilegi eretti a tutela dei tassisti.

Ora non è più così, grazie al decreto legge liberalizzazioni che consente il cosiddetto «noleggio occasionale»: il proprietario di una barca (o persona patentata da lui delegata) può effettuare l’attività e pagare una tassa pari al 20% del ricavato, fino a 30mila euro. C’è chi ha gridato allo scandalo, ma è veramente un attacco ai professionisti del settore?

«Se le nostre aziende non sono capaci di offrire servizi di qualità tali da differenziarsi da un qualsiasi privato è meglio che chiudano - ci dice un noto operatore del charter, che per evidenti ragioni preferisce rimanere anonimo - Oltretutto questa è anche un’opportunità per le stesse imprese».

La pensa così anche Francesco Di Manno, presidente di Ainud, l’associazione del charter: «Sono stato il primo a dirlo, appena uscita la norma c’è chi ha provato a fare falsa informazione, addirittura paventando catastrofi, ma quando un Paese borbonico come il nostro risolve alcune situazioni con provvedimenti di liberalizzazione non può che essere un fatto positivo. Insomma, come accade in altri Paesi, il privato potrà abbattere i costi, che specialmente in tema di portualità sono alti, ma ne beneficeranno anche le agenzie d’intermediazione e prevedo un allargamento del mercato. È chiaro che questa norma comporti qualche dolore a chi è abbarbicato al suo pezzo di carta. Il giudizio sul Dl è positivo soprattutto laddove questa liberalizzazione può aprire nuove mercati. Come imprenditore queste cose le sostengo sul sito Ainud dal 1996 – aggiunge – Il bareboat (locazione senza equipaggio, ndr) è un prodotto imperfetto, ma per le barche piccole e medie finiva per essere l’unica possibilità rispetto alle norme italiane troppo rigide sul noleggio con equipaggio».

Con la locazione infatti il cliente si assume tutte le responsabilità in ordine alla condotta dell’unità e a eventuali danni. Il mercato ha cercato di sopperire alle regole troppo asfissianti con la scappatoia della locazione con skipper, dove il comando nei fatti veniva assunto da un terzo, lo skipper appunto - spesso fornito sottobanco dalla stessa impresa che affittava la barca – ma lasciando comunque in capo al cliente le responsabilità legali. Con l’uso della normale patente nautica per effettuare il noleggio occasionale si apre dunque un paragrafo importante anche per la revisione dei titoli professionali «che finora hanno strozzato lo sviluppo ad ampio raggio del settore, soprattutto per le piccole barche - continua Di Manno – a cui realtà è molto diversa dai maxi yacht».

Ce lo conferma Fulvio Luise, al vertice della sezione yachting Federagenti: «Il mercato delle navi da diporto che è il core business delle Agenzie Marittime associate, è ovviamente fuori, visto che parliamo di somme assai diverse dai 30mila euro l’anno previsti per il noleggio occasionale. Tuttavia ritengo che la norma possa contribuire a rimettere in moto il mercato italiano perché la maggior parte dei privati per noleggiare la propria barca più facilmente si rivolgeranno alle agenzie di noleggio e queste ultime dovranno essere in grado di tesaurizzare questa opportunità ampliando la propria offerta non solo in termini di maggiore varietà di barche, ma anche sviluppando servizi innovativi e di qualità, in grado di competere con l'offerta internazionale».

Piuttosto gli agenti raccomandatari marittimi mettono in luce un altro aspetto positivo del Dl liberalizzazioni laddove modifica il regime doganale delle navi da diporto.

«Ora per la pratica doganale e lasciare stabilmente le unità nelle nostre acque non è più necessario per un armatore extra Ue richiedere la bandiera italiana, quindi l’Italia ha ora ottime premesse per sviluppare politiche di destagionalizzazione e incrementare la permanenza anche invernale delle navi da diporto nei porti italiani».
NeRo

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