L' Italia ha sempre avuto una vocazione melodica, non siamo la terra delle chitarre roventi, Sanremo è lo specchio della realtà. Non scherziamo, questi sono luoghi comuni. Sanremo non rispecchia affatto la realtà se non quella discografica (importante, sia chiaro). Noi siamo terra di chitarre roventi come il sole e non abbiamo una vocazione esclusivamente melodica. È cosa ben nota a chi frequenta, nell'ordine, luoghi dove si fa musica dal vivo ma vietati alle cover band, alcune altamente professionali e piacevoli ma non espressione di creatività originale; i negozi di dischi che non siano inseriti in tristi marchi di catena; le riviste musicali, a volte scritte male, altre pretenziose ma comunque indispensabili per farsi largo tra la quantità incredibili di uscite; i siti di condivisione studiati per piccole realtà indipendenti e spesso totalmente autogestite dalla produzione alla distribuzione. La generazione degli anni Novanta è ancora battagliera e ha prodotto proprio in questi mesi dischi di rilievo: Manuel Agnelli, Marlene Kuntz, Verdena oltre ai brillanti ritorni dei Ritmo Tribale (La rivoluzione del giorno prima, 2020) e dei Bachi da Pietra (Reset, 2021). Il rock italiano, nella versione hard ma aperto alle contaminazioni più impensabili, in realtà continua a produrre gruppi e dischi di grande qualità. Qualche nome. I Messa, piemontesi, hanno pubblicato quest'anno Close, terzo album in studio, assai apprezzato anche fuori dai confini italiani. Voce femminile, ispirazione in stile Black Sabbath con assoli belli e spiazzanti di netta impronta jazz. Moongazer dei Tenebra, da Bologna, associa l'hard rock del deserto (alla Queens of the Stone Age) a una voce femminile e strumenti inconsueti per questo genere, come il sax. Incidono per una etichetta inglese. Le pietre dei giganti, da Firenze, sono usciti con Veti e culti: anche loro suonano hard rock con forti venature folk. Tra le band gloriose, note in tutto il mondo, almeno a livello underground, ci sono gli Ufomammut da Tortona, quasi 25 anni di carriera. L'ultimo album, Fenice, è uscito da poco.
Lavorano con etichette straniere e hanno suonato ovunque, anche in Nuova Zelanda, e partecipato a festival importanti come il Roadburn. Non esportiamo solo melodie, ma anche chitarre sferraglianti. Scoprite adesso questi nomi, invece di riscoprirli tra trent'anni.
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