Noseda in lotta con Beethoven

Noseda ha ingaggiato una lotta con la sinfonia, accentuandone la dimensione titanica

Noseda in lotta con Beethoven
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L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma ha compiuto un giro in cinque tappe (Milano, Locarno, Rimini, Verona, Merano) che abbiamo ascoltato alle Settimane Musicali di Ascona nella Chiesa di San Francesco di Locarno. Sotto la direzione di Gianandrea Noseda, l'apertura era affidata a un brano del compositore tedesco Jörg Widmann, Con brio, decostruttore con ironia virtuosistica dei gesti beethoveniani di uno Scherzo. I briosi bagliori beethoveniani hanno preludiato una Quinta sinfonia di Beethoven nel segno di sonorità roboanti e dinamiche sempre in forte. Noseda ha ingaggiato una lotta con la sinfonia, accentuandone la dimensione titanica. Fra Widman e la Quinta, l'apprezzatissima oasi del Concerto per due pianoforti in mi bemolle maggiore di Mozart, solisti in dialogo complice, Jan Lisiecki e Francesco Piemontesi. Vera dimostrazione di altro brio esecutivo, Lisiecki&Piemontesi ci hanno ricordato come questo capolavoro sia nato come omaggio alla sorella Nannerl, in ricordo della loro attività di bambini prodigio nelle corti d'Europa.

E questi giovani e tanto apprezzati pianisti, il canadese di origine polacca e il ticinese tedesco d'adozione (uscente direttore artistico dell'illustre festival asconese), avranno ricevuto le stesse calde ovazioni che il pubblico di Locarno ha tributato loro nell'intervallo del concerto, conclusosi più felicemente, dopo la cataratta fonica beethoveniana, con il bis della rigenerante ouverture del Flauto magico.

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