«Mamma diceva sempre che dalle scarpe di una persona si capiscono tante cose, dove va, cosa fa, dove è stata» diceva Tom Hanks, il Forrest Gump del fortunatissimo film.
Asserzione più che mai significativa quando si ode un sonoro «uau» esclamato da chi per la prima volta prova una calzatura Moreschi. «Ti senti subito a tuo agio, puoi camminare tutto il giorno e non hai bisogno del maggiordomo che le porti al tuo posto per domarle» spiega Francesco Moreschi, consigliere delegato dell'azienda fondata nel 1946 dal nonno Mario e oggi gestita con i fratelli Stefano e Mario, sotto la presidenza del padre GianBeppe Moreschi.
«I clienti più graditi sono quelli che comprano 4 paia di scarpe dello stesso modello, taglia e colore perché possiedono quattro case sparse nel mondo e amano viaggiare senza valigie» racconta parlando anche di un'edizione limitata di calzature da uomo in coccodrillo rifinito con polvere d'oro che crea un piacevole effetto vintage. Certo bisogna spendere dai 13 ai 15 mila euro per averne un paio su ordinazione che all'interno porta il proprio nome. Ai comuni mortali servono invece dai 300 ai 500 euro per impossessarsi di modelli firmati da un'eccellenza italiana - impiega 350 dipendenti di cui il 70 per cento donne (apprezzato l'asilo nido aziendale che accoglie 50 bambini dai 3 mesi ai 3 anni) - che fattura oltre 40 milioni di euro esportando l'80 per cento. Ce ne parla Francesco Moreschi.
Chi ha pronunciato l'ultimo «uau»?
«L'attore Liam Neeson quando a Roma, girando l'ultimo film di Paul Haggis, ha provato un paio di scarpe fatte per lui. Ma la lista di vip che apprezzano le Moreschi comprende persino i papi».
Cosa fa di Moreschi una realtà straordinaria?
«L'artigianalità, il fatto a mano, il made in Vigevano che com'è noto è uno dei più antichi distretti calzaturieri della Lombardia. Tutte le fasi della lavorazione avvengono come se si trattasse di scarpe su misura, dalla scelta al taglio delle pelli alla confezione».
Lavorazioni speciali?
«Nei mocassini da uomo realizziamo una cucitura tubolare. Per le scarpe da donna utilizziamo la mambo dove si buca e si cuce contemporaneamente la pelle, sempre su forma e sempre a mano. Poniamo una cura maniacale in tutti i 350 passaggi richiesti da ogni paio di scarpe».
Fondamentale è anche l'acquisto delle pelli.
«Compriamo dalle migliori concerie italiane e abbiamo una cantina dove mettiamo a stagionare il nostro cuoio per dodici mesi, come si fa con il buon vino».
Perché?
«Il cuoio è conciato con il tannino, un vegetale che durante la stagionatura continua a lavorare e lo rende più resistente, perfetto per le nostre suole tagliate su misura».
Obiettivi futuri?
«Abbiamo 9 monobrand di proprietà aperti nelle città di business e di turismo italiane.
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