Note d’Oltralpe per la Verdi Barocca

L’Orchestra Verdi Barocca lascia le patrie note per spostarsi Oltralpe, e proporre un concerto dedicato a Jean Philippe Rameau e Georg Muffat. Appuntamento domani, alle 20.30, in Auditorium Cariplo di largo Mahler (info 02.83389401/2/3, www.laverdi.org), per questa ottava (e terzultima) performance di stagione dell’ensemble voluta e allestita (diremmo pure inventata) da Ruben Jais, che della Fondazione Verdi è direttore dell’attività artistica. Un’ensemble specializzato nell’esecuzione della musica barocca, secondo un approccio filosofico, che nel giro di tre stagioni si è decisamente imposto all’attenzione di un pubblico trasversale, non solo di appassionati. Uno degli obiettivi di Jais, del resto, era ed è quello di portare i giovani in una sala da concerto, magari per la prima volta, per approcciarsi a un genere musicale tutt’altro che lontano nel tempo. E il maestro e direttore milanese ha centrato il segno, se è vero com’è vero che i concerti della Verdi Barocca stanno incrementando la propria diffusione, spesso facendo il tutto esaurito, grazie anche e soprattutto a un pubblico giovane.
Domani sarà la bacchetta di Stefano Montanari a condurre l’ensemble, impegnato - dicevamo - nell’esecuzione di Rameau e Muffat, entrambi francesi, il primo di Digione, il secondo Savoiardo di Megève, benchè attivo soprattutto in Germania e in quell’Alsazia, «terra irredenta» per antonomasia, che passava alternativamente sotto i domini francese e tedesco, a seconda delle vicende storiche e militari. Di Rameau la Verdi proporrà i Concerto numeri 1,3,4,6; di Muffat i Concerto Grosso numeri 5,11.

E’ grazie alla certosina attività di conservazione dell’avvocato Joseph-Marie Decroix, vissuto a cavallo del Settecento, se oggi è possibile riprodurre ed ascoltare queste pagine di Rameau nelle trascrizioni proposte, pena l’eterno oblio. Di Muffat, invece, è interessante notare che fu lui, eminente organista e compositore, ad introdurre il modello del Concerto grosso in Germania, contribuendo non poco a diffondere la musica di Lully e Corelli.

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