Le notizie separate dai giornalisti

Attendiamo, prima di fasciarci la testa, che il disegno di legge sulle intercettazioni giunga in Parlamento. Così com’è, circa i limiti imposti ai giornalisti, resta improponibile. Un conto è vietare che in fase preliminare fuoriescano intercettazioni e verbali e insomma cartacce che non sono vere notizie, bensì materiali a disposizione di ogni parzialità e sputtanamento; un altro conto è vietare che fuoriescano le notizie per come già fuoriuscivano prima che le intercettazioni semplicemente le inventassero, e prima, soprattutto, che Mani pulite forzasse il Codice e inondasse il Paese di verbali. Le notizie, intese come accadimenti, intese come fatti e non come tesi, non si possono non dare e non circostanziare un minimo: il che naturalmente non ha niente a che spartire con lo status penosamente difeso da colleghi cui interessa solo riorchestrare istruttorie con materiali d’accatto. Ma se tizio è stato arrestato bisogna poterlo scrivere, e anche il perché: corrisponde al pubblico interesse.

La deriva escrementizia di contorno, invece, corrisponde solo all’interesse degli sputtanatori professionali e di chi voglia approfittarne pompando così un ruolo politico della stampa. I modi per separare alla fonte, per distruggere ogni stralcio che non riguardi l’indagato, per scremare a monte, per secretare come accade all’estero, ci sono e si trovano. Trovateli.

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