Giovani, straniere e pensionate a vita grazie alla reversibilità. L'ultimo caso a suscitare curiosità è stato quello di Renzo da Camaiore, 96 anni compiuti. La promessa sposa non si chiamava Lucia e non veniva da quel ramo del lago di Como ma dal Brasile, anni 31. Un matrimonio di "convenienza" come dichiarato ufficialmente dall'arzillo nonnetto, tanto grato alla badante che aveva assistito la moglie da sposarla per permetterle di portare suo figlio in Italia. Si trattasse di pochi casi nessuno se ne preoccuperebbe ma qualcuno ha deciso di fare due conti, scoprendo così che i matrimoni tra anziani assistiti e giovani o giovanissime badanti sono in aumento, superando i 3.000 casi all'anno. L'assegno in media riguarda una cifra bassa che si aggira sui 600 euro al mese. L'associazione Manageritalia però ha calcolato che nel 2008 lo Stato ha speso oltre 36 miliardi di euro in pensioni di reversibilità e quasi il 10 per cento è andato a persone che avevano meno di 60 anni e nel 3,6 meno di 50 anni. Ovviamente più è giovane la vedova più si allunga nel tempo la spesa per lo Stato col rischio di far andare in tilt i conti pubblici. Si fa notare anche molto spesso questi matrimoni sono tutti di brevissima durata, alcuni vengono contratti addirittura in punto di morte.
Troppi matrimoni di comodo insomma alla lunga rischiano di prosciugare ulteriormente le già esauste casse dello Stato. Sul tavolo della Commissione Lavoro della Camera è arrivata dunque una proposta che dovrebbe dare un taglio alle nozze di comodo. L'idea è quella di congelare le pensioni di reversibilità fino al compimento dei 60 anni del coniuge superstite. Il disegno di legge messo a punto dalla Lega Nord si compone di un solo articolo che prevede che «in caso di una differenza anagrafica tra i coniugi superiore a dieci anni, dei quali coniugi il deceduto abbia più di cinquanta anni e il superstite meno di quaranta, e qualora non ci sia prole, l'erogazione del trattamento pensionistico di reversibilità sia sospesa fino a quando il coniuge superstite non raggiunga l'età anagrafica del coniuge deceduto, fissando comunque un limite massimo pari a sessanta anni». La proposta è stata poi accorpata ad altri ddl in materia e verrà affrontata in Commissione lavoro in sede referente a partire da mercoledì 27 aprile, relatore il leghista Massimiliano Fedriga.
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